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La Pressa

Questa mattina i 5 Stelle hanno presentato i candidati modenesi al Parlamento. E' stata una occasione per ribadire ancora una volta uno dei punti chiave del programma sui trasporti del Movimento: il superamento dell'utilizzo di combustibili fossili.
Il principio è certamente condivisibile. Così si legge nel 'Programma trasporti' del partito di Di Maio: 'Eliminare i sussidi alle fonti fossili nei trasporti' nel medio periodo e 'porre fine alla dipendenza dei trasporti dalle fonti fossili, ad iniziare dal petrolio'.
In Italia tutto il trasporto merci (sia in conto terzi che in conto proprio) riceve un importante contributo statale per il rimborso delle accise sul carburante. Parliamo di circa a 700 milioni di euro solo per quanto riguarda il conto terzi, al quale va sommato quello relativo al conto proprio di cui non si è a conoscenza del peso complessivo.
Questi rimborsi sono fissati da una delibera europea che ha di fatto l'obiettivo di uniformare, per quanto possibile, il costo del carburante in Europa. Ebbene, essendo come noto le accise in Italia sul carburante le più alte d'Europa (pesano circa il 62% sul costo del gasolio), il contributo sul trasporto merci (ripeto sia in conto terzi che per coloro che lavorano in proprio) nel nostro Paese è proporzionalmente il più alto tra i Paesi dell'Unione.

E' evidente che senza questo beneficio dettato dalla volontà di tentare di uniformare il mercato in Europa, il settore del trasporto in Italia sarebbe di fatto irrimediabilmente stritolato dalla concorrenza, già avvantaggiata dal costo del lavoro che nel nostro Paese è tra i più alti dell'Unione.
Di fronte a questo quadro è allora fondamentale capire quali politiche concretamente il Movimento 5 Stelle (del quale condivido a livello di principio il programma di disincentivo all'uso di combustibili fossili) intende mettere in campo sul fronte dei contributi statali. Dovvesse il M5S andare al Governo, verranno tagliati i contributi coerentemente al desiderio di superare l'uso del petrolio o resteranno invariati lasciando alle imprese italiane la possibilità di continuare ad essere competitive ma, in questo modo, contraddicendo il principio espresso nel programma? Ricordo infine che spostare il traffico dalla gomma al ferro (come giustamente auspicato dal M5S) oggi in Italia resta purtroppo un obiettivo non perseguibile nè nel medio nè nel lungo periodo, ma solo nel lunghissimo periodo a causa della mancanza e inadeguatezza di infrastrutture ferroviarie.
Cinzia Franchini
LA RISPOSTA DEI 5 STELLE
Addio combustibili fossili? Il sogno dei 5 Stelle alla prova dei numeri

Cinzia Franchini: 'In Italia il trasporto merci ha un contributo statale per rimborsare le accise sul carburante: parliamo di 700 milioni solo per il conto terzi. Il M5S cosa farà di questi aiuti?'

Questa mattina i 5 Stelle hanno presentato i candidati modenesi al Parlamento. E' stata una occasione per ribadire ancora una volta uno dei punti chiave del programma sui trasporti del Movimento: il superamento dell'utilizzo di combustibili fossili.
Il principio è certamente condivisibile. Così si legge nel 'Programma trasporti' del partito di Di Maio: 'Eliminare i sussidi alle fonti fossili nei trasporti' nel medio periodo e 'porre fine alla dipendenza dei trasporti dalle fonti fossili, ad iniziare dal petrolio'.
In Italia tutto il trasporto merci (sia in conto terzi che in conto proprio) riceve un importante contributo statale per il rimborso delle accise sul carburante. Parliamo di circa a 700 milioni di euro solo per quanto riguarda il conto terzi, al quale va sommato quello relativo al conto proprio di cui non si è a conoscenza del peso complessivo.
Questi rimborsi sono fissati da una delibera europea che ha di fatto l'obiettivo di uniformare, per quanto possibile, il costo del carburante in Europa. Ebbene, essendo come noto le accise in Italia sul carburante le più alte d'Europa (pesano circa il 62% sul costo del gasolio), il contributo sul trasporto merci (ripeto sia in conto terzi che per coloro che lavorano in proprio) nel nostro Paese è proporzionalmente il più alto tra i Paesi dell'Unione.

E' evidente che senza questo beneficio dettato dalla volontà di tentare di uniformare il mercato in Europa, il settore del trasporto in Italia sarebbe di fatto irrimediabilmente stritolato dalla concorrenza, già avvantaggiata dal costo del lavoro che nel nostro Paese è tra i più alti dell'Unione.
E parliamo di un settore vitale per il Pil del Paese: secondo gli ultimi dati delle Camere di Commercio l'intero sistema del trasporto delle merci in Italia nel 2017 ha infatti prodotto ricavi per 175 miliardi e 978 milioni con la nostra Regione, l'Emilia Romagna, al quarto posto con 12 miliardi e 610 milioni.
Di fronte a questo quadro è allora fondamentale capire quali politiche concretamente il Movimento 5 Stelle (del quale condivido a livello di principio il programma di disincentivo all'uso di combustibili fossili) intende mettere in campo sul fronte dei contributi statali. Dovvesse il M5S andare al Governo, verranno tagliati i contributi coerentemente al desiderio di superare l'uso del petrolio o resteranno invariati lasciando alle imprese italiane la possibilità di continuare ad essere competitive ma, in questo modo, contraddicendo il principio espresso nel programma? Ricordo infine che spostare il traffico dalla gomma al ferro (come giustamente auspicato dal M5S) oggi in Italia resta purtroppo un obiettivo non perseguibile nè nel medio nè nel lungo periodo, ma solo nel lunghissimo periodo a causa della mancanza e inadeguatezza di infrastrutture ferroviarie.
Cinzia Franchini
LA RISPOSTA DEI 5 STELLE

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