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La mozione presentata dal consigliere di Forza Italia a Carpi, Michele De Rosa, e anticipata da La Pressa, nella quale si chiede la revoca della cittadinanza onoraria al Duce, ha almeno tre importanti meriti.
Il primo: De Rosa con questo atto mostra che in Italia esiste un centrodestra liberale che non ha alcun problema a definirsi con forza antifascista, senza vene nostalgiche e rigurgiti legati al Ventennio. Scontrandosi apertamente con gli alleati meloniani e leghisti (che infatti hanno preso immediatamente le distanze dalla mozione) e con una fetta stessa del suo partito (gli ex An da Enrico Aimi in su o in giù non pare abbiano gradito), De Rosa ha sgombrato il campo, facendosi promotore di una condanna netta.
In un paese dove un consigliere regionale nonchè segretario provinciale di Fdi (Ferdinando Pulitanò, nella foto) per festeggiare l'elezione a Bologna si fa fotografare davanti alla locandina missina di Almirante e dove ancora tanti ex An si salutano stringendosi l'avambraccio come novelli gladiatori, pure orgogliosi del loro bell'atteggiamento, questa presa di posizione è tutt'altro che banale.
Il secondo: il testo della mozione non lascia spazio a dubbi. 'Benito Mussolini è stato il Capo del regime fascista, responsabile della soppressione delle libertà civili, politiche e sociali, di assassini e di torture di matrice etnica e politica' - scrive De Rosa. Ecco, tanto per essere chiari. Con buona pace di chi continua ad affermare che comunque Mussolini ha fatto anche cose buone, che ha bonificato le paludi e altre amenità. Con buona pace di chi, parlamentari, ministri e pure presidente del Senato, ancora non si vergogna di tenere in casa il busto pelato, che oltre ad essere un brutto vedere è pure anticostituzionale. Stessi personaggetti da avanspettacolo, un tempo giustamente ritenuti impresentabili, che poi affermano che parlare di fascismo è 'anacronistico': se è anacronistico allora iniziassero a gettare in discarica quei patetici cimeli. Adatti nemmeno alla sagra della rana fritta, che la rana, almeno lei, non va in giro ad alzare la zampa destra.
Il terzo: De Rosa ha svelato tutta l'ipocrisia di un centrosinistra che da sempre ha cercato di monopolizzare l'antifascismo. Per il Pd la condanna del Ventennio è roba da gestire in esclusiva, buona per ogni campagna elettorale e arma per accusare ogni avversario di essere appunto fascista (vennero etichettati così addirittura gli attuali alleati grillini, poverini loro). Infatti anche stavolta il Pd è subito intervenuto affermando che la mozione forzista a Carpi è solo simbolica e che quello che conta è la delibera che farà la giunta, ovviamente a traino Pd. Un meccanismo distorto, lo stesso che ha reso il 25 aprile non la festa di tutti, ma la festa del centrosinistra, che ha portato l'Anpi a diventare una cosa sola con il sistema Pd e che fa credere ancora ai vertici Dem di avere una superiorità morale dettata da una misteriosa divinità antifascista. Ecco, De Rosa ha mostrato che la condanna al regime di Benito Mussolini è patrimonio di tutti e, dal piccolo osservatorio carpigiano, Comune che ha visto l'orrore di Fossoli, ha indicato la strada affinchè l'utopia democratica possa avere un barlume in più di concretezza.
Giuseppe Leonelli
Giuseppe Leonelli
Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato .. Continua >>