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Dall'Abruzzo una lezione, soprattutto al centro-destra convinto di vincere a Modena

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Vincente ma non autosufficiente. Un centro destra che a Modena chiudesse oggi i propri confini regalerebbe una nuova vittoria a Muzzarelli


Dall'Abruzzo una lezione, soprattutto al centro-destra convinto di vincere a Modena
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Sia per differenza di contesto sia per temporalità, è forse prematuro tracciare parallelismi con ciò che potrebbe verificarsi a Modena ed in Emilia-Romagna alle prossime elezioni amministrative e regionali. Ma le elezioni in Abruzzo sono, per ora, le uniche, dopo quelle politiche del 4 marzo scorso, che per dimensione e contesto possono fornire una chiave di lettura della tendenza dell'elettorato, e di ciò che potrebbe ripetersi, nel futuro prossimo, a livello amministrativo. Dove, si sa, all'interno dell'urna per la scelta del sindaco o del Presidente della Regione, interverranno altri fattori rispetto a quelli nazionali. Fattori anche personali, legati ai singoli candidati, alle singole alleanze e ai programmi, capaci di andare oltre ai simboli di partito e di spostare l'elettorato di numeri e percentuali anche notevoli rispetto a quanto espresso a livello nazionale.

Pur con i dovuti distinguo, due sembrano i messaggi che arrivano dall'Abruzzo a Modena ed in Emilia-Romagna. Che se per il centro sinistra ed il PD in crisi non rappresentano altro che una conferma delle difficoltà e della necessità di trovare in fretta, oltre ad un segretario, anche il contatto con la base, rappresentano invece, per il centro destra, una vera e propria lezione sulla quale ragionare. Seriamente.

In primo luogo emerge infatti che il centro-destra unito (ieri a traino Forza Italia ed oggi a traino Lega), è comunque in grado di vincere, e può vincere, anche in regioni rosse, ma solo a certe condizioni.

Da un lato approfittando con intelligenza e strategia della crisi di identità e di governance del PD e, più in generale, dello sfaldamento del centro sinistra, che traditi i grandi ideali ed i principi, nemmeno interessi economici e lobby territoriali riescono, pur forti, a tenere più unito come un tempo; dall'altro, la capacità di intercettare quell'elettorato moderato tendenzialmente di centro destra, deluso dai partiti e da una politica senza identità, che in parte si è espresso, e si esprimerebbe, nel non voto ed in parte, per molta parte, ha trovato anche a Modena casa e rappresentanza in quei movimenti civici, portatori di interessi di idee e di progetti, già nella loro natura alternativi ad un sistema di potere che negli anni è diventato sempre più chiuso, esclusivo, autoreferenziale, lontano dalla realtà, non più capace di rappresentare e dare risposte alle istanze dei cittadini, di governare il cambiamento; un sistema, ed è qui il vero problema politico, da anni privo di una visione di futuro della città e del territorio in cui declinare programmi ed azioni politiche.

Se il centro destra, ed in particolare la Lega che all'interno la fa da padrone, non riuscirà ad andare oltre a ciò che è oggi, aprendo ed istaurando un dialogo con tutto ciò (ed oggi è tanto), che rappresenta già nei fatti una alternativa moderata di progetto, di pensiero di idee, e di governance rispetto al sistema dominante, pur muovendosi al di fuori delle categorie e dei confini del centro-destra (tra l'altro sempre più incomprensibili ed evanescenti soprattutto agli elettori al di sotto dei 35 anni), regalerà quasi sicuramente al secondo turno la vittoria a Muzzarelli che da 'vecchio lupo della politica' saprà, ancora meglio nei passaggi stretti del ballottaggio con la Lega, come compattare le anime smarrite della sinistra e di sistema, anche utilizzando, come fino ad ora legittimamente ha fatto, la leva del potere, fatta di quei centri economici, sociali che dipendono più o meno direttamente dall'amministrazione, e quindi da lui. Avendo da lui garanzie. Dalle fondazioni alle società partecipate, dalle polisportive (finanziate con i soldi del comune e dove il PD nn a caso ha già iniziato ad organizzare le cene elettorali per il candidato Muzzarelli), alle cooperative sociali e di servizio. 

Un sistema di potere incrostato incapace di rinnovarsi nei nomi e nelle logiche, che da 20 anni sta negando lo sviluppo della città, ma che ancora potrebbe richiamare e compattare a sé, soprattutto in un ballottaggio Lega-PD, e proprio perché ancora al potere  (e con l'esperienza di potere e quelle garanzie che da questo derivano), quelle migliaia di elettori che alle scorse elezioni sono confluiti o in un civismo di centro sinistra (che da alternativo è tornato ad essere funzionale al PD), o nel Movimento 5 stelle al quale non a caso il PD, così come Sinistra Unita Modena (ormai ex art. 1 Mdp), così come la lista sedicente civica con tanti politici di sinistra Modena Volta Pagina, puntano dichiaratamente l'occhio per recuperare, o per conquistare per la prima volta, consenso.
Una fetta di elettorato importante, quella rappresentata dal M5S, che per le difficoltà in cui, in vista delle prossime elezioni, versa oggi il movimento modenese, senza un candidato sindaco e senza nomi di punta da inserire in una lista (non essendoci ad nessuno degli eletti in consiglio comunale pronto a ricandidarsi), potrebbe tornare (soprattutto nel momento in cui non passasse, come probabile sia, al secondo turno), in parte o nel limbo del non voto o nell'alveo del centro sinistra sedicente civico. Comunque in quell'ambito che nutre una dichiarata pregiudiziale politica verso Lega e centro-destra.

Ed è qui che sta la seconda lezione per il centro destra-modenese. Che dalle passate elezioni dovrebbe avere almeno imparato che da solo, a Modena, il centro destra non vince. Nemmeno con un PD ridotto ai minimi termini, che in città significa pur sempre essere primo o, forse per la prima volta quest'anno, secondo partito. 

Limitandosi a difendere, pur giustamente e a ragione, il proprio orticello, le proprie rendite di posizione (derivanti più da un trand nazionale che dall'azione locale), i propri confini, spesso limitati a quelli personali dei propri dirigenti, o ponendo come pregiudiziale per fare parte della coalizione stessa l'essere dichiaratamente di centro destra e non l'essere alternativi nei progetti, nelle idee, nella visione visione, a quel sistema di potere che per la prima volta da 60 anni, potrebbe essere sconfitto, il centro-destra, a Modena, finirebbe si per arrivare al secondo turno, ma solo per regalare una nuova vittoria a Muzzarelli. 

Gianni Galeotti

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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