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“Sei d’accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?“. Dopo aver rimandato il voto su Rousseau, Beppe Grillo e lo staff 5 Stelle hanno deciso che domanda porre agli iscritti. L'obiettivo, visto il modo con cui è formulato il quesito, è chiaro: ottenere una risposta positiva all'ingresso del Movimento nel nuovo Governo Draghi. Tanto è vero che la domanda posta agli iscritti M5s, al di là del bluff del ministero ecologico, contiene già la risposta e viceversa non contiene più un riferimento alla Lega, mentre ieri Grillo aveva detto che l’adesione del M5s era condizionata all’esclusione del partito di Matteo Salvini.
'Se per esempio, la butto lì, fosse presente in un dicastero strategico anche Giuseppe Conte, credo che molti cambierebbero orientamento.
Attenderò a votare nel tardo pomeriggio di domani' - afferma anche il senatore modenese Gabriele Lanzi che si era espresso nei giorni scorsi in modo fermo per il no.
In ogni caso si voterà su Rousseau dalle 10 alle 18 di domani 11 febbraio e così il portale che prende il nome dal filosofo del buon selvaggio sancirà l'ennesima giravolta grillina, l'ennesimo e ultimo tradimento rispetto al Movimento delle origini. 'Draghi della Bce che dice che se i Governi non fanno le riforme devono andare a casa, allora io dico chi li manda a casa i Governi un banchiere? Ma di cosa stanno parlando? - urlava proprio Grillo pochi anni fa dal palco del Circo Massimo - Se noi arriveremo a governare questa Europa cambierà in una settimana, è finita questa Europa dei banchieri'.
Eh già, è propria finita.
L'ultimo gradino sulla scala che ha portato passo dopo passo, rinuncia dopo rinuncia, alla fine del sogno di cambiare il mondo dei 5 Stelle è compiuto. L'eterno sorriso istrionico e comunque geniale di Grillo non basta a coprire la vergogna. Dagli iscritti è stata digerita l'alleanza con la Lega, l'accordo col Pd e le deroghe più svariate allo Statuto delle origini, ma il sì a Draghi e l'ingresso in un Governo con il nemico di sempre Silvio Berlusconi (quello sotto la cui casa gridava Di Battista) è davvero la fine per il Movimento. E' il sì a tutto quello che i 5 Stelle volevano combattere, è il definitivo tuffarsi e accomodarsi nella scatoletta di tonno che si voleva aprire. L'incompetenza si poteva perdonare, dagli errori si poteva imparare, dai fallimenti risorgere, ma contro l'annullamento dell'identità non vi sono antidoti.
Sipario. E chi aveva creduto nello spettacolo, chi aveva guardato a bocca aperta i fuochi di artificio, ora esce dal teatro a testa bassa ripensando alle notti insonni, ai sogni infranti e agli anni buttati. Ricacciando in gola l'ultima lacrima.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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