Green Pass, soluzione pilatesca di un governo che declina le responsabilità

Le parole di Draghi sulla scelta di non vaccinarsi dovrebbero portare immediatamente all'obbligo. Invece è stata scelta la via del Green Pass

Se le case farmaceutiche non sono (e non sono state rese) responsabili dei potenziali danni da vaccino (ancora impossibili da prevedere vista la sperimentazione di massa in corso, se non tra diversi mesi), il governo, nel passaggio del Green Pass, si è reso responsabile di una scorciatoia pilatesca e propagandistica, scaricando nuovamente tutto il peso dei divieti e dei limiti sui cittadini e sul tessuto economico nazionale. Se veramente un governo avesse reale certezza e consapevolezza di una efficacia del vaccino, ma soprattutto delle sue conseguenze, a medio e lungo termine (come dovrebbe essere) la via diretta e di responsabilità sarebbe, volenti o nolenti, quella dell'obbligatorietà, e non quella di un lasciapassare di dubbia applicazione e legittimità. Se ci fossero non solo sulla carta ma nella realtà le reali condizioni per motivare e prorogare ulteriormente uno stato di emergenza nazionale, allora non dovrebbero esserci dubbi, nemmeno di legittimità, sull'introduzione dell'obbligo vaccinale.
Se ci fosse un rapporto così chiaro tra rischi e benefici del vaccino, e sui rischi di contagio delle varianti via via prevalenti, così sbilanciato sui rischi, non avrebbe dovuto esserci la rimozione dell'obbligo di indossare la mascherina all'aperto. Invece no. Via le mascherine, liberi tutti, liberi di fare tutto ciò che fino a due mesi fa veniva indicato come irresponsabile fonte di contagio. In netta contraddizione con ciò che sarebbe opportuno fare ed attendersi in uno Stato di reale emergenza in cui solo circa la metà della popolazione è vaccinata. Invece no. Le parole con cui un il capo del governo di turno si è permesso di bollare come seminatori di morte anche coloro che non sono contrari ai vaccini, che preferirebbero semplicemente curare il covid nelle prime fasi della malattia al domicilio, e che nutrono fondati dubbi su questa campagna di vaccinazione e di massa senza evidenze sugli effetti a medio termine e che non ha precedenti (soprattutto se si tratta di sottoporre ad essa giovani e giovanissimi 'sani'), non hanno avuto una traduzione in atti formali.
Perché il Green Pass, basato sulla discriminazione e la divisione tra vaccinati e non vaccinati, che l'Europa ha chiaramanete indicato agli Stati di evitare, risulta essere, rispetto alla realtà che dovrebbe corrispondere alle pesanti parole e agli scenari di morte prospettati da Draghi, un pannicello caldo.
La Costituzione e il nostro ordinamento consentono l'obbligo vaccinale, a determinate condizioni. Se Draghi fosse conseguente alle sue parole dovrebbe introdurlo. Punto. Ma non lo ha fatto. E allora delle due l'una. O non crede che davvero l'emergenza sia tale, come il rapporto rischi benefici, o non vuole assumersi la responsabilità di scegliere, con un atto forte come l'obbligo, nemmeno limitando alle fasce delle popolazione o ai soggetti più a rischio. Soprattutto rispetto a vaccini per i quali non è possibile avere garanzie sugli effetti nel medio e lungo periodo.
Il perché potrebbe essere ricondotto ad una semplice, quanto fondamentale questione di diritto: colui che subisce un danno da vaccinazione obbligatoria, ha diritto automaticamente a un indennizzo da parte dello Stato. Lo Stato invece non indennizza chi muore di Covid e di vaccino anti-Covid e vuole evidentemente continuare a farlo. Se come dice Draghi 'non vaccinarsi significa morire e seminare morte' allora l'unica via, per coerenza, e per responsabilità di governo, avrebbe dovuto essere quella di imporre l'obbligo con relativo indennizzo per salvare vite umane e stato costituzionale.
Invece questa responsabilità di governo non è stata assunta, scaricando sui cittadini e su chi chiede solo di lavorare e di continuare a fare il proprio lavoro in sicurezza (e non quello di controllori dello stato vaccinale), tutti i rischi senza nessuna garanzia e tutela. Né scientifica, né di legge. Cosa mai successa con i vaccini per cosi dire 'tradizionali', lasciando che un tema così importante come quello dei vaccini e del futuro della pandemia sia affrontato e ridotto da ed in ogni famiglia, non sulla base delle tutele e delle reali garanzie, sui rischi e i benefici, individuali e collettivi, sul medio e lungo termini ma dalla possibilità o meno di potere fare continuare a frequentare la piscina o di potere mangiare una pizza al tavolo in ottobre, quando non sarà possibile stare all'aperto.
Gi.Ga.
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