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Il nuovo decreto migranti del ministro dell'Interno Piantedosi si presenta ancora in termini di bozza seppur ormai definitiva, ma quello che emerge pare già essere ben poca cosa rispetto alla portata dell'emergenza attuale, e alle risposte che questa necessita. Soprattutto in termini strutturali.
Il Decreto, anche rispetto alle indiscrezioni dei giorni scorsi. appare confermato nel grosso del suo impianto: dalle espulsioni per gravi motivi di sicurezza alla possibilità di ospitare 16enni in centri di accoglienza in caso di indisponibilità di strutture ad hoc; dalle espulsioni per chi mente sull'età o sull'identità ai limiti alle deroghe sulle capienze dei centri di accoglienza. Misure che se escludiano la possibilità di inserimento nei CAS anche dei sedicenni capace di dare una risposta a breve termine all'aumenti dei posti in accoglienza (ma con conseguenze imprevedibili sul fronte dalla sicurezza). non rappresenano novità.
Come la verifica dell'età anagrafica dei minori che, che soprattutto a Modena, era stata in un primo momento adottata in modo stringente, per fronteggiare l'esplosione del fenomeno delle false dichiarazioni utilizzate da stranieri maggiorenni per entrare direttamente nei circuiti di accoglienza a maggiore protezione dedicati ai minori. Basato sulle verifiche strumentali al polso sulla crescita ossea. Dopo qualche mese non se ne è più parlato e il fenomeno dei falsi minori ha continuato a perpetrarsi e a rappresentare un problema. Fino ad oggi. Anche e soprattutto a Modena. E non è certo abbassando l'età in cui potere e dovere essere inseriti nei percorsi di accoglienza dei maggiorenni che la situazione potrà migliorarare. Se qualche risultato potrebbe portare sul fronte della possibilità di accogliere in strutture un maggior numero di migranti, le conseguenze a livello di impatto sulle strutture stesse e della convivenza nei centri potrebbe avere risvolti anche controproducenti.
Il caso del residence Costellazioni, ormai fuori controllo, spesso anche negli accessi di minori o sedicenti tali nei luoghi in cui vivono i migranti adulti, ne rappresenta una conferma.
Anche perché certe misure vanno accompagnate, se poste come strutturali, con analoghi interventi organici sul fronte del personale dedicato a tali funzioni. E in questo senso grandi novità non sembrano essercene. Anzi, il personale è già da anni sovraccaricato di incombenze legate all'immigrazione. Così nessuna sostanziale novità pare emergere dalla sedicente stretta relativa alle espulsioni e ai rimpatri. Perché anche questa fa i conti senza l'oste. Sappiamo che sono in minima percentuale le espulsioni davvero eseguite.
Perché è inutile se non devastante in termini di costi accompagnare al CPR più vicino. Ora, da Modena, i Poliziotti compiono anche 1500 chilometri tra andata e ritorno per accompagnare anche solo un soggetto dopo la chiusura dei CPR a Modena ed in Emilia-Romagna). Togliendo tempo, unità e risorse dal controllo del territorio nel territorio provinciale. E anche quando viene inviato al CPR non c'è garanzia che questo soggetto venga effettivamente rimpatriato in assenza di accordi, o accordi funzionanti, con i paesi d'origine. Come purtroppo sta accadendo. In sostanza si tratterebbe, ancora una volta, di provvedimenti più da impatto mediatico ma che nella pratica inapplicabili, che sembrano non fare i conti con la realtà e la complessità del problema sui territori in cui anche con i governi di centro destra i CPR sono stati smantellati o, come a Modena, non riaperti, nemmeno da Salvini ch e li aveva annunciati appena insediato ministro dell'Interno.
Riduzione del danno qundi più che prevenzione. Questa è la logica che sembra ancora confermarsi. Stretta sull'accoglienza anziché sulla possibilità di sbarcare illegalmente nel nostro Paese.
Il sottosegretario Giulio Terzi Santagata, ospite nei giorni scorsi dell'evento modenese di Fratelli d'Italia, ha affermato che il governo e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno intenzione di affrontare il fenomeno in modo strutturale, e sul medio e lungo periodo, anche a costo di rinunciare a provvedimenti magari più di impatto per il consenso e l'opionione pubblica. Fatto sta che da misure come queste, se confermate, emergerebbe ben poco di strutturale. E su questo fronte vengono in mente i decreti sicurezza del governo gialloverde, con la stretta sui costi dell'accoglienza, ridotti di 1/3 nella spesa procapite. Da 35 si passò a poco più di 20 euro. Firmati da Conte e Salvini. Che portò a bandi deserti anche a Modena da parte degli operatori che già accoglievano i migranti ma che non accettavano di continuare a farlo a prezzi inferiori a quelli garantiti prima del 2018. E che portò anche a Modena ad una trattativa per bypassare di fatto, anche se chiaramente come previsto dalla legge, in una cornice emergenziale. le disposizioni del decreto, continuando a concedere attraverso proroghe il servizio, ma a prezzi ritoccati al rialzo.
Vedremo se nella versione finale del Decreto le misure saranno confermate e in quella forma. Certo è che le premesse, in termini di potenziale efficacia, non sono delle migliori.
Gianni Galeotti
Redazione Pressa
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