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Ieri sera in mille hanno sfilato per le vie di Pavullo per chiedere la riapertura del Punto Nascite. In mille hanno chiesto alla politica, o meglio ai politici che governano le istituzioni (in primis al presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini), di ripensarci e di riaprire il Punto nascite di Pavullo. Lo hanno chiesto pacificamente, argomentando con numeri, ma anche con la forza del senso di appartenza a una comunità che si sente tradita.
Di fronte a questa mobilitazione ci sentiamo di fare, anche noi, un appello alle istituzioni. Per una volta al di là delle critiche e delle analisi politiche. La Regione ascolti il grido della montagna e riapra quel Punto Nascite. Faccia sì venga riconvocato il tavolo della Commissione ministeriale e conceda anche a Pavullo la proroga concessa a Mirandola
Lo faccia per i numeri: i parti a Pavullo lo scorso anno sono stati 196 con solo il 13,7% di tagli cesarei a dimostrazione di come, anche se non è stata raggiunta la quota limite di 500 parti, la struttura è in grado di offrire un servizio di eccelenza.
Lo faccia per la montagna che si sta spopolando, per i montanari che chiedono un segno per poter continuare a credere nel loro territorio sempre meno attrattivo in termini turistici (a causa delle stesse politiche regionali) e così complesso in termini di sviluppo e offerta economica.
Lo faccia per le future mamme di Fiumalbo o Pievepelago che abitano a 60 o 70 chilometri dall'ospedale di Sassuolo e che vivranno la loro maternità con più apprensione. Anche psicologica. Perchè dovesse accadere qualcosa, come è successo alla mamma di Pavullo poche settimane fa, quell'ospedale di Sassuolo è così distante da far paura.
Lo faccia per il concetto tanto sbandierato di 'ascolto' del territorio. Ieri il territorio ha gridato il suo 'no' alla chiusura e ha preteso la riapertura del Punto nascite.
Lo faccia per opportunismo politico perchè chiudere un Punto Nascite per i politici che fanno questa scelta significa perdere in blocco il voto di gran parte dei residenti della montagna. E su questo ci sono pochi dubbi.
Insomma, non importa il motivo, ma lo faccia. Si impegni la Regione a riaprire quel Punto Nascite. A superare il gap della 'sicurezza' usato come scusa per chiudere, investendo in professionisti qualificati, al di là del numero di parti. Si impegnino Bonaccini e Sergio Venturi a concedere una prororga e dimostrare al popolo della montagna e in fondo a tutti i cittadini modenesi che le istituzioni non sono sempre sorde. Ma ascoltano e sanno dire - come tutti - scusate, abbiamo sbagliato.
Giuseppe Leonelli