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Erano in mille, ieri sera, a sfilare per le vie di Pavullo, per chiedere la riapertura del Punto Nascite (chiuso alla fine di ottobre nell'ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera provinciale), ed il potenziamento del servizio di emergenza urgenza; un servizio a copertura dell'intero territorio montano. Un corteo spontaneo, di gente comune, con le fiaccole, a testimoniare che la speranza (e la battaglia) per potere mantenere vivo e reale il diritto di nascere a Pavullo, e di avere il locale ospedale come punto di riferimento dell'emergenza per l'area montana, non è ancora spenta. Anche se tutto, negli ultimi 8 anni, ha girato nella direzione opposta. Una direzione di graduale depotenziamento, sfociata nella chiusura ufficiale, e materiale, del punto nascite.
Il corteo, dopo il ritrovo all'area della Campanella, si è sviluppato per le vie del centro fino ad arrivare e concludersi in Piazza Montecuccoli, di fronte al Municipio.
Un corteo che ha visto la presenza di cittadini provenienti da tutti i comuni della montagna, con particolare riferimento a quello della cintura del Cimone. Fiumalbo, Riolunato, Pievepelago. C'era anche Montecreto. Con i suoi cittadini. Comuni rappresentati anche su una cartina, con i tempi di percorrenza. Per ricordare, ancora una volta, che dall'alto Frignano, anche nelle migliori condizioni, ci vogliono 40 minuti per raggiungere Pavullo e da qui altri 40 per raggiungere quale è ora il centro di riferimento di Sassuolo. Un'altra cartina portata in corteo dai manifestati, indica come l'ospedale di Pavullo sia l'unico a coprire l'intera area montana, a sud della provincia, pari a circa la metà della superficie del sistema modenese, e che la sua uscita dal sistema di emergenza ostetrica (e non solo), provoca uno squilibrio forte tra are nord centro e sud.
I rappresentanti dei comitati si sono alternati al microfono nel corso della fiaccolata, a scandire la storia degli ultimi 10 anni che hanno portato all'impoverimento dell'ospedale, un tempo centro di riferimento anche delle nascite in provincia (ben oltre ai 500 parti all'anno necessari per l'apertura) e alla chiusura.
Gaetano Vandelli del comitato il Pavullo 95, ma di fatto a nome di tutti i comitati e dei cittadini, ha tenuto la relazione finale del corteo, chiuso dall'inno nazionale, e con un appello anche al Presidente della Regione Stefano Bonaccini. Al governatore è stata inviata nei giorni scorsi una lettera per chiedere un incontro finalizzato a riportare sul tavolo della Regione l'opportunità (che gli ultimi casi di cronaca sembrano essere stata più che mai giustificata di rivedere in una logica non solo di rete ma anche specifica per il servizio al territorio di competenza.
Tornando al corteo, nonostante gli inviti degli organizzatori, nessun sindaco dei dieci comuni della montagna era presente.
Tra i politici, c'erano solo i parlamentari del M5S Ferraresi e dell'Orco.
Il video della partenza del corteo e, con gli organizzatori, le motivazioni della marcia
I due eventi seguiti alla chiusura del punto nascite (il caso di distacco di placenta che ha interessato una donna di Pavullo trasportata a Sassuolo dove il neonato è morto qualche ora dopo il parto, e l'intensa nevicata dei giorni che ha bloccato per un intera giornata i collegamenti stradali tra la montagna e la pianura attraverso la Nuova Estense), hanno fornito elementi di prova alla necessità, sostenuta in modo trasversale dai comitati, di continuare a garantire sia l'attività del punto nascite, sia il ruolo centrale, rispetto alle funzioni di assistenza urgenza dell'ospedale di Pavullo, come punto di riferimento per la zona montana della provincia.
Il video dell'arrivo in Piazza Montecuccoli e l'intervento di Gaetano Vandelli
Foto in primo piano di Lele Lorenzi