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Stop a medici emergenza territoriale Alto Frignano, Bandiera (Ausl) difende scelta: ‘Servizio non indispensabile’

Stop a medici emergenza territoriale Alto Frignano, Bandiera (Ausl) difende scelta: ‘Servizio non indispensabile’

‘Nel 2024 solo il 9% dei 120 interventi era di casi critici. I dati mostrano che possiamo coprirli con la rete di emergenza. E dovendo razionalizzare le risorse, è una scelta giusta. Per i cittadini non cambierà nulla. Nessun servizio in meno'


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È destinata a cessare a partire dal 1° luglio la convenzione tra Ausl Modena e i medici di emergenza territoriale operanti nel presidio di Fanano. Una decisione che ha suscitato forti reazioni, in particolare da parte del sindacato Snami, che per voce del presidente regionale Roberto Pieralli ha definito la scelta “irresponsabile”, parlando di un servizio “importante e funzionante” che verrà sottratto ai cittadini.A spiegare le ragioni dello stop è Geminiano Bandiera, responsabile del Dipartimento interaziendale di Emergenza-Urgenza dell’Ausl di Modena, che precisa: “Non si tratta di un servizio indispensabile per la rete dell’emergenza. I dati mostrano che possiamo garantire l’assistenza necessaria con i mezzi già presenti sul territorio”.
Secondo Bandiera, la riorganizzazione è parte di un più ampio riassetto dell’Alto Frignano e non comporterà modifiche sostanziali per i cittadini: “Il nostro obiettivo è mantenere – e se possibile migliorare – il livello di tutela della salute pubblica in modo uniforme su tutto il territorio provinciale e regionale. I cambiamenti tecnici messi in atto non impatteranno sulle abitudini o sui bisogni reali della popolazione”.I numeri, sottolinea Bandiera, sono alla base della decisione: “Nel 2024 sono stati effettuati 122 interventi da parte dei medici convenzionati di Fanano, in media uno ogni tre giorni.
Di questi, solo il 9% – una decina di casi in tutto l’anno – riguardava situazioni di reale emergenza. Il restante 91% erano interventi a bassa priorità”.
Proprio la bassa incidenza di emergenze gravi ha portato l’Ausl a ritenere quel servizio non più strategico. “In media, meno di una volta al mese si è presentato un caso classificato inizialmente come grave. In realtà, alla fine, in appena tre o quattro episodi l’intervento medico è risultato effettivamente necessario”.Quindi di quei medici non c'è più bisogno? Il servizio di emergenza territoriale in quelle zona cessa. “Si tratta semplicemente della mancata conferma di un contratto per le sedi di Pievepelago e Fanano. Nessun licenziamento. A Fanano, il Centro di Assistenza e Osservazione (CAO) continuerà a essere attivo con il personale medico presente”.L’Ausl ribadisce che il territorio continuerà ad essere coperto da una rete di mezzi efficienti: automedica di Pavullo, elicottero, ambulanze e supporto avanzato. “Anzi, liberare i mezzi dal vincolo di attendere un medico potrebbe rendere più rapida la centralizzazione dei pazienti verso gli ospedali di riferimento, come Pavullo o Baggiovara”.La decisione si inserisce, conclude Bandiera, in una logica di sistema: “Non siamo più in un momento di abbondanza.
Dobbiamo ottimizzare le risorse e impiegare i medici dove servono davvero. Non cambia nulla per i cittadini: continueranno a ricevere l’assistenza necessaria, in modo efficiente e tempestivo”.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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