Pieralli, l'Ausl afferma che per i cittadino non cambierà nulla in termini di risposta in caso di emergenza. E' così? ‘No non è così. Dal primo luglio ai cittadini dell’Alto Frignano verrà di fatto tolta una importante risposta medica d’emergenza sul territorio. Questo significa che, in caso di grave emergenza, si dovrà attendere l’arrivo dell’automedica da Pavullo, già ora spesso impegnata su altri interventi. E tutto questo in un’area montana, difficile da raggiungere, con strade tortuose e condizioni meteorologiche spesso proibitive’.
Che servizio garantiva fino ad ora il medico di emergenza territoriale a Fanano che dal primo luglio cesserà? 'Il servizio di emergenza territoriale a Fanano non solo garantiva l’uscita di un medico in caso di chiamata urgente, ma forniva anche supporto alle attività del punto di primo intervento poi divenuto CAU (Centro di Assistenza Urgenza) durante i turni di inattività o sovraccarico.
L'Ausl afferma che la copertura è e sarà garantita da Pavullo e dalla rete dell'emergenza urgenza. E' così? 'No. La copertura non può essere garantita dalla sola automedica di Pavullo questa soluzione è tecnicamente inadeguata, soprattutto in relazione ai tempi d’intervento previsti dal Decreto 70 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che impone l’arrivo dei soccorsi entro 8 minuti in ambito urbano e 20 minuti in ambito extraurbano Qua dobbiamo capirci: nei tempi deve arrivare un’equipe in grado di gestire il caso o qualunque ambulanza arriva, anche con personale volontario, è sufficiente?
Quali conseguenze occupazionali avrà la scelta dell’AUSL? ‘Certamente negative. Sei medici convenzionati, due con contratto da 38 ore e quattro da 24 ore settimanali, potrebbero restare senza incarico tra l'altro in un luogo dove, a differenza di altri, il personale c'era e i turni erano coperti. Poi c'è una questione di metodo.
Per lo SNAMI, la decisione ha implicazioni immediate sulla sicurezza dei cittadini? ‘E' un dato di fatto che si toglie un tassello determinante nel sistema di risposta che può rivelarsi salvavita proprio nella fase di maggiore afflusso turistico. In estate Fanano si riempie di villeggianti. Questa scelta è non solo illogica, ma anche antiscientifica: tutti gli studi dimostrano che una risposta precoce, fornita da personale medico e infermieristico formato, riduce mortalità e complicanze. Invece qui si fa il contrario: si impoverisce un territorio già complesso che ha più bisogno, e nemmeno per carenze di personale, quello c’e’ e lo mandan via’.
Vi opporrete formalmente a questa decisione? Avete azioni in programma? ‘Abbiamo già avviato la procedura per lo stato di agitazione e presenteremo richiesta di convocazione alla Prefettura. Vogliamo che questa situazione venga verbalizzata e denunciata ufficialmente al Ministero dell’Interno. Si tratta di un precedente grave per tutta l’assistenza sanitaria in Appennino. Il timore dello SNAMI è che questa dismissione sia solo un ulteriore passo nel processo di progressivo smantellamento dei presidi sanitari in montagna, in favore di un modello centralizzato che non tiene conto delle peculiarità geografiche e demografiche del territorio’.
Modena è un caso particolare o ce ne sono altri? ‘Basta guardare la situazione di Bologna per avere una fotografia migliore. A Bologna ci sono quattro automediche per coprire l’Appennino. Qui una sola. È una disparità inaccettabile. L’Alto Frignano non può essere trattato come una zona di serie B. La salute dei suoi cittadini, che pagano le tasse in egual misura, vale quanto quella di chi vive in pianura.. Una cosa certa. Dal 1° luglio, chi abita o villeggia a Fanano e dintorni potrà contare di fatto solo su una presenza piu’ distante e senza dono dell’onnipresenza, sperando che la chiamata giusta arrivi in un momento in cui il mezzo non sia già impegnato… e che il meteo non impedisca l’uso dell’elicottero'.
Gi.Ga.