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'L’indicazione del Papa è molto chiara, è un appello alla responsabilità e all’essere cristiani.
Bisogna sostenerlo con forza e convinzione. Occorre un vero negoziato, che non c’è, come ha saggiamente detto, senza qualche sacrificio, compromesso e qualche passo indietro per il bene della gente, per fermare il conflitto'. Dopo le parole del Pontefice, anche il cardinale di Bologna Matteo Zuppi interviene per bocciare la deriva interventista e la corsa agli armamenti che vede protagonista anche l'Italia. E lo fa in una lunga intervista rilasciata oggi a La Repubblica.
'Le armi condizionano sempre. Ma la guerra, anche se vinta, è sempre una sconfitta. Per tutti. Si può forse discutere se la Russia avesse qualche ragione, ma ora le ha perse tutte perché è un massacro e basta: bombardare gli ospedali, colpire i civili non ha giustificazioni.
'C’è un problema puntuale che riguarda l’Ucraina che si riassume nel diritto alla difesa. Ma c’è anche il problema di come si risolve il conflitto. Che è il vero problema. Per farlo occorre capire la storia, le occasioni perdute, da dove viene questa violenza, come sanare le ferite di oggi. Ripartire dagli accordi di Minsk, ricostruire un clima di sofferta fiducia: è l’unico modo. O c’è solo la patologia dei torti subiti, dei patti non rispettati e quindi delle vendette, degli odi e delle nuove ferite di oggi - aggiunge il Cardinale -. Dire che l’unica parte è quella della pace non significa affatto essere neutrali o mettere tutti sullo stesso piano, negare le responsabilità, non schierarsi con le vittime. Ma significa guardare oltre il presente per permettere il futuro. Occorre costruire la pace. La parola pacifista non mi piace, perché contiene l’idea che è una cosa da anime belle, buone intenzioni che si infrangono con il realismo. Il Papa chiede di farci artigiani di pace, che è il vero modo per essere realisti, dentro la storia'.
Anche il cardinale Zuppi boccia l'interventismo: 'Basta armi'

'Si può forse discutere se la Russia avesse qualche ragione, ma ora le ha perse tutte perché è un massacro e basta'

'L’indicazione del Papa è molto chiara, è un appello alla responsabilità e all’essere cristiani.
Bisogna sostenerlo con forza e convinzione. Occorre un vero negoziato, che non c’è, come ha saggiamente detto, senza qualche sacrificio, compromesso e qualche passo indietro per il bene della gente, per fermare il conflitto'. Dopo le parole del Pontefice, anche il cardinale di Bologna Matteo Zuppi interviene per bocciare la deriva interventista e la corsa agli armamenti che vede protagonista anche l'Italia. E lo fa in una lunga intervista rilasciata oggi a La Repubblica.
'Le armi condizionano sempre. Ma la guerra, anche se vinta, è sempre una sconfitta. Per tutti. Si può forse discutere se la Russia avesse qualche ragione, ma ora le ha perse tutte perché è un massacro e basta: bombardare gli ospedali, colpire i civili non ha giustificazioni.
Da parte ucraina mi pare si sia sempre affermata la convinzione ad aprire un dialogo nonostante tutto e questo è importante. La speranza è che i fili della diplomazia, passati per Istanbul, altri fili, possano arrivare a riannodarsi e a far tacere le armi. Quale opportunità migliore della Pasqua?'.
'C’è un problema puntuale che riguarda l’Ucraina che si riassume nel diritto alla difesa. Ma c’è anche il problema di come si risolve il conflitto. Che è il vero problema. Per farlo occorre capire la storia, le occasioni perdute, da dove viene questa violenza, come sanare le ferite di oggi. Ripartire dagli accordi di Minsk, ricostruire un clima di sofferta fiducia: è l’unico modo. O c’è solo la patologia dei torti subiti, dei patti non rispettati e quindi delle vendette, degli odi e delle nuove ferite di oggi - aggiunge il Cardinale -. Dire che l’unica parte è quella della pace non significa affatto essere neutrali o mettere tutti sullo stesso piano, negare le responsabilità, non schierarsi con le vittime. Ma significa guardare oltre il presente per permettere il futuro. Occorre costruire la pace. La parola pacifista non mi piace, perché contiene l’idea che è una cosa da anime belle, buone intenzioni che si infrangono con il realismo. Il Papa chiede di farci artigiani di pace, che è il vero modo per essere realisti, dentro la storia'.

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