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Il Consiglio Comunale di Modena impegna il sindaco e la giunta affinché provveda 'a fare sentire la voce della città di Modena da sempre amante della pace e che crede fermamente nei valori della Carta Costituzionale per sensibilizzare il Governo italiano sull’opportunità di cessare la fornitura di armi ad uno dei belligeranti e quindi per poter assumere un ruolo di mediatore internazionale in linea con la tradizione della politica estera italiana che non è venuta meno neppure nei lunghi decenni della guerra fredda'.
E' questo il dispositivo finale della mozione consiliare presentata dal Consigliere del Gruppo Modena Sociale - Indipendenza Beatrice De Maio e approvata nell'ultima seduta ordinaria del Consiglio Comunale. Ordinaria in quanto le prossime, dopo l'indizione dei comizi elettorali, nei giorni scorsi, serviranno per gestire l'attività ordinaria e le pratiche necessarie al funzionamento dell'ente, escludendo l'attività sugli atti politici e di governo dell'ente stesso.
L'esito del voto, arrivato intorno alle ore 20, è stato inaspettato, anche per il consigliere proponente. Anche alla luce del fatto che lo stesso capogruppo PD Antonio Carpentieri, nella sua dichiarazione di voto, aveva motivato la sua astensione in riferimento ad alcuni passaggi dal sapore filorusso nella premessa del dispositivo. Un voto di astensione non seguito da altri consiglieri del PD che votando a favore hanno consentito, in un consiglio comunale che vedeva la presenza di 21 consiglieri, l'approvazione della mozione. Che ha avuto il supporto nel voto di tre consiglieri del Movimento 5 stelle e, da parte della maggioranza, di due di sinistra per Modena.
Alla fine la soddisfazione per la proponente Beatrice De Maio, è stata dichiaratamente doppia.
La approvazione non era per nulla scontata, trattandosi di una mozione presentata da una forza politica di opposizione a Modena e di impegno chiesto alla giunta dal Consiglio che va in una direzione diversa rispetto a quella assunta anche dalle forze di maggioranza, ed in particolare il PD, a livello nazionale e locale, rispetto al sostegno all'Ucraina definito anche nell'invio di armi.
'L’Italia ad oggi ha fornito armi all’Ucraina per un valore superiore al miliardo di dollari' - afferma il Consigliere De Maio.
'Si tratta, come nel caso degli obici le cui foto sui vagoni fermi nella stazione di Udine sono apparse sui media nazionali, di armi datate e a volte neppure utilizzabili. Il peso militare di questi armamenti è quasi inesistente ma la loro fornitura impedisce all’Italia di assumere quel ruolo di neutralità attiva necessario per unirsi agli sforzi delle mediazioni diplomatiche in corso. Inoltre c'è l'aspetto riguardante la spesa pubblica. Se il miliardo di euro speso fosse destinato alla crisi della sanità' - afferma De Maio che in conclusione specifica. ''Potrebbe sembrare inutile presentare una mozione di intenti su un tema di questo genere al termine del mandato consigliare, ma credo che ogni organo istituzionale ed elettivo, dovrebbe assolutamente prendere posizione. Quella assunta a Modena è giusta e sono soddisfatta che sia stata assunta con la condivisione della maggioranza dei colleghi presenti, compresi quelli che pur di sostenerla hanno finito per dividere il loro gruppo'.
'Ad oggi l’unica soluzione di un conflitto che rischia di degenerare in uno scontro aperto Est-Ovest è rappresentato da una necessaria ripresa del tavolo di trattative bruscamente interrotte nel marzo 2023, dopo la sospetta uccisione di un membro della delegazione ucraina, su posizione aperte alla mediazione con la Russia' - ha affermato il Consigliere De Maio riprendendo parte della premessa introduttiva della mozione. 'Tale trattativa potrebbe essere auspicata ed incoraggiata dall’Italia se non fosse che la fornitura di armi all’Ucraina non permette l’assunzione di un ruolo 'terzo' nel conflitto'.
Redazione Pressa
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