Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
L’emendamento della maggioranza Lega-Cinquestelle al decreto Mille proroghe, votato anche dal PD, che sposta in avanti di due anni i finanziamenti del bando periferie, non intacca i finanziamenti da 18 milioni di euro destinati a Modena. Quindi nessuno stop al piano di riqualificazione urbana sull'asse nord sud, dalla porta nord della stazione all'ex mercato bestiame. A confermarlo, nell'ultimo dibattito alla festa dell'Unità di Modena, il sindaco Giancarlo Muzzarelli, fortemente critico rispetto al provvedimento approvato al Senato con il quale si differiscono al 2020 i finanziamenti previsti per quest’anno per le 96 città che fanno parte della seconda graduatoria nazionale del bando. Modena, lo ricordamo, ha ottenuto il finanziamento per 18 milioni di euro nel gennaio 2017 (firma della convenzione a Palazzo Chigi nel marzo dello scorso anno), con la prima graduatoria nazionale, per un investimento complessivo in interventi di riqualificazione urbanistica pubblici e privati, previsti in quasi 60 milioni di euro.
Questi ultimi, per circa la meta' derivanti, teoricamente, da investimenti privati, che gli interventi pubblici destinati alla riqualificazione di aree abbandonate al degrado da circa 20 anni, dovrebbero generare. Una cifra, in investimenti, ancora lontano da venire. Perché i primi cantieri, avviati dopo 20 anni di nulla, limitati alla porta nord della stazione ferroviaria (quelli di ripristino della mobilità compresa la nuova rotatoria stradale su via Fanti e l'apertura del collegamento stradale con la rotatoria sulla Canaletto), hanno carattere totalmente pubblico. E, pur senza nulla togliere al merito di averli riavviati, si tratta di progetti rispolverati dai cassetti chiusi dal 1999, già contenuti nel piano di riqualificazione della fascia ferroviaria (rimasto di fatto lettera morta nei mandato dei sindaci PDS-DS-PD, Barbolini fino ad arrivare a Muzzarelli, e passando per il doppio mandato del sindaco Pighi.
Cantieri pubblici, appunto, che ancora non sono riusciti a smuovere nemmeno un interesse apparente in quella area in parte pubblica ed in parte privata nella zona dell'ex mercato bestiame dove da circa 15 spicca lo scheletro di cemento e ferro di un edificio che doveva costituire, nei piani particolareggiati abbozzati ed abbandonati agli inizi degli anni 2000, il cosiddetto rotore, con 4 parti analoghe a quella della foto, a costituire la piazza circolare dell'intero comparto, il cuore della rinascita di un'area. Che non è mai avvenuta perché abbandonata da quegli stessi privati (cooperative e societa di costruzione), che in parte falliti ed in parte impegnati a costruire altrove, difficilmente potranno o vorranno ritornarci ad investire.
Per il resto, tra i progetti che il sindaco, posta la conferma della sua ricandidatura, potrà vantare in campagna elettorale, ci sono il Data Center (per l'appalto ci sono ben 15 imprese o associazioni di impresa le cui offerte saranno svelate e messe a confronto all'apertura delle buste tra una settimana), e la palazzina residenziale da 37 alloggi e centro diurno disabili in via Forghieri (lavori già appaltati per un progetto da 6,5 milioni di euro). Ancora in alto mare progetto ed eventuale bando per la scuola innovativa che dovrebbe coinvolgere, nell'intervento di riqualificazione, la palazzina anch'esssa abbandonata al degrado e alle occupazioni abusive, di proprietà comunale, estesa lungo via del Mercato. Il resto, nell'areadegradata che si estende a perdita d'occhio, scucita ed isolata da 20 anni dal resto città in cui spicca lo scheletro del rotore, è il vuoto. Totale. Ufficialmente anche rispetto a manifestazioni di interesse specifico, stando ai documenti ufficiali. E senza la possibilità, e la scusa, di affermare, a primavera, in campagna elettorale, che è colpa del governo che ha bloccato tutto, compreso finanziamenti.
Gi.Ga.