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Il reddito di solidarieta' in Emilia-Romagna lo intascano 'prima gli stranieri'; o meglio, soprattutto loro.
E' la Lega a denunciare, dati alla mano, le sproporzioni nella distribuzione dei fondi stanziati dalla Regione per il reddito di solidarieta', il Res.
Quel contributo, spiega il Carroccio, nato come aiuto 'per persone e famiglie in gravi difficolta' economiche, a partire dagli anziani, si e' rivelato l'ennesima mancia a vantaggio degli stranieri'. Questo anche per il meccanismo di assegnazione, che prevede somme crescenti a seconda del numero dei componenti familiari, premiando quindi i cittadini non italiani, che solitamente hanno famiglie piu' numerose.
Nel dettaglio dei dati, recuperati con una richiesta di accesso agli atti dal consigliere leghista Daniele Marchetti, nel primo bimestre 2018 sono stati stanziati per il Res 1,3 milioni circa, e quasi 600.000 euro sono andati a famiglie di stranieri che in regione sono l'11,9% del totale dei residenti.
A loro dunque, sottolinea la Lega, 'e' stato erogato il 44,75% dei fondi'. In altre parole, 'la fetta piu' grande dei fondi viene incassata dalla minoranza di stranieri residente in regione, mentre alla nostra gente non restano che gli spiccioli', spiega Marchetti. A Modena il 57,98% dei fondi stanziati va a nuclei familiari stranieri (che sono il 12,9% dei residenti), a Reggio Emilia le famiglie non italiane (il 12,3%) hanno ottenuto il 44,14% dei fondi. Idem a Parma dove quasi la meta' delle risorse -il 49,26%- e' incassato da famiglie stranieri (che sono solo il 13,5% dei residenti); a Piacenza la sproporzione e' ancora piu' ampia: oltre la meta' del reddito di solidarieta', il 52%, va infatti al 14% della popolazione, quella straniera. A Imola infine, il 45% di domande per il Res e' di famiglie straniere.
Insomma, commenta il capogruppo in Regione della Lega Alan Fabbri, 'siamo di fronte all'ennesima conferma che in questa regione a guida Pd gli stranieri vengono prima degli italiani. Il Partito democratico e' allo sbando e ne e' consapevole'. Dal 'modo in cui e' stato formulato il reddito di solidarieta', alla luce dei criteri della ripartizione dei fondi, si evince chiaramente che la finalita' ultima di questo strumento era quello di elargire mance agli stranieri, una sorta di rincorsa al voto simile, per certi versi, a quella fatta dai 5 stelle con la promessa del Reddito di cittadinanza', aggiunge il capogruppo. 'Ma strutturato in questo modo- aggiunge Fabbri- il reddito di solidarieta' non sortira' effetti benefici per la comunita' emiliano-romagnola'. Gli oltre 30 milioni di euro annui stanziati dalla Regione 'per sostenerlo andrebbero invece destinati in misure atte a rilanciare il mondo del lavoro che vede ancora troppi giovani ai margini, e la nostra economia ancora affossata da una crisi sistemica che l'ex Governo Pd non ha saputo gestire e dalla quale non siamo ancora usciti', conclude l'esponente regionale del Carroccio.
Redazione Pressa
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