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“Dopo avere udito i recenti interventi del sindaco nel corso delle sedute del Consiglio comunale, e in particolare quello in occasione della votazione sul bilancio, abbiamo avuto l’impressione che il primo cittadino descriva una Modena che non c’è: ‘emergenza e ripartenza’, ‘uscire dal covid’, ‘tenere botta’, ‘sguardo lungo e testa alta’, ‘voglia di felicità e stato d’animo nuovo’, sono solo vuoti slogan per le famiglie e le imprese del territorio che stanno pagando un prezzo inaccettabile per l’incapacità dei governi nazionali appoggiati dal Pd di gestire adeguatamente l’emergenza socio-sanitaria, ad oltre un anno dal suo inizio. Paradossale poi è che il sindaco con tono beffardo rinfacci alle regioni governate dalle ‘destre populiste’ di non avere saputo fronteggiare l’emergenza covid e di essere indietro con le vaccinazioni, dimenticando che l’Emilia-Romagna è ancora in zona rossa e che ad oggi nella nostra città non si è ancora terminato di vaccinare gli ultraottantenni”.
A intervenire sul bilancio di Previsione del Comune di Modens sono i consiglieri Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini e Antonio Baldini.
“Sul piano delle ricorse messe in campo la maggioranza di centro-sinistra fino a un mese fa sosteneva che non c’erano per ridurre la tassazione (addizionale IRPEF e TARI in particolare) nei confronti di imprese e famiglie e che lasciare inalterata la pressione fiscale (peraltro accresciuta nel 2020 rispetto al 2019) era l’unico obiettivo realistico, ma ciò è risultato non vero perché il risultato di amministrazione del bilancio prevede un avanzo disponibile di 5 milioni di euro, mentre il canone unico patrimoniale (sostitutivo a partire dal 2021 della Tosap e dell’imposta di pubblicità, che portano al Comune entrate pari a 5,3 milioni) è stato conteggiato tra le entrate extra-tributarie - aggiungono i due consiglieri -.
Ma il Pd come al solito fa il gioco delle tre carte: mentre Muzzarelli incontra le associazioni di categoria e per cercare di calmare la protesta dei baristi e dei ristoratori stremati dalla crisi annuncia di avere chiesto al governo centrale maggiori risorse per tagliare la Tari, la maggioranza che lo sostiene si è rifiutata di recepire con apposita delibera la possibilità, prevista oltretutto da una legge nazionale (“decreto rilancio” emanato nel 2020), di ridurre la Tari del 20% per coloro che si avvalgono della domiciliazione bancaria per facilitare il puntuale incasso delle entrate tributarie. Per il Pd dunque la tanto decantata “Modena digitale” o “smart city” non si deve estendere alla detassazione verso le imprese che applicano scelte virtuose”.
“Ma solo attraverso le misure che abbiamo proposto in Consiglio (quali ad esempio il “fattore famiglia”) a sostegno delle famiglie e in particolare delle madri che per svariate ragioni (non ultima la perdita del lavoro) decidano di occuparsi della cura dei figli - e non certo con l’introduzione dello ‘ius soli”, come vorrebbe Muzzarelli - si può invertire la tendenza al calo demografico che affligge la nostra provincia”, sottolinea il capogruppo Rossini.
“La mancanza di scelte coraggiose da parte dell’amministrazione comunale la si coglie anche nella previsione del trasferimento alla Fondazione Cresciamo di altri due nidi e scuole d’infanzia per l’anno scolastico 2021-2022, in ragione dei limiti di assunzione da parte dei Comuni introdotta dallo Stato nel 2020. Se l’obiettivo è di contenere le spese mantenendo la qualità dei servizi inalterata tanto vale affidarli all’esterno a strutture convenzionate col Comune e non accrescere una struttura ibrida e parallela quale è appunto una fondazione di diritto privato creata nel 2012 e che riceve contributi dall’amministrazione comunale per rimanere in piedi; o fare operazioni di facciata quali Modena 0-6 per sostenere di avere mantenuto la ‘regia pubblica”, conclude Baldini.
Redazione Pressa
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