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'Da giorni la nostra attenzione si è concentrata su ciò che sta accadendo nella sanità della nostra Regione. Prima l’allarme sulla carenza di anestesisti all’ospedale di Cento, con il conseguente ricorso a medici assunti tramite cooperative e agenzie interinali. A stretto giro la sanità privata che rivendica il proprio ruolo nel fornire prestazioni che contribuiscano a ridurre le liste di attesa, a fronte della elargizione di fondi già stanziati a bilancio della Regione'. Così Eleva Govono, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Modena e responsabile sanità del partitoa livello regionale commentando la notizia, diffusa ieri da CGIL, CISL, e UIL secondo cui i servizizi di ostetricia e ginecologia dell’area nord della provincia di Modena, in particolari il punto nascita di Mirandola, verrebbero appaltati per 5 mesi, rinnovabili per altri 5, con una base d’ asta di 500.000 euro ma non solo.
'Per far fronte agli ammanchi di bilancio conseguenti alla mancata copertura da parte del Ministero della Salute delle spese sostenute per l’ emergenza pandemia da SARS-CoV2, la Regione sceglie di rinunciare al controllo diretto su prestazioni fondamentali per la salute dei cittadini.
Nonostante i roboanti proclami a salvaguardia del servizio sanitario pubblico, la Regione Emilia Romagna, tradizionalmente all’avanguardia in questo settore, decide di seguire le politiche delle Regioni di centrodestra e procedere alla privatizzazione della sanità.
Bonaccini diventa giorno dopo giorno sempre più simile alla candidata leghista che lo sfidò alle scorse regionali.
Noi l’avevamo detto: se per battere le destre si finisce per diventare come le destre compresa la proposta di autonomia differenziata,- conclude la responsabile regionale sanità del Partito della Rifondazione Comunista - si tradisce non solo l’elettorato, ma una decennale gestione oculata della sanità regionale, messa in atto da politici lungimiranti che oggi rimpiangiamo di non avere più'
'Bonaccini privatizza la sanità e rischia di diventare come le destre'

Elena Govoni, Responsabile sanità Rifondazione Comunista Emilia-Romagna, sull'appalto per la gestione dei servizi dell'ospedale di Mirandola: 'Non solo tradisce la sua tradizione politica ma anche gli amministratori di sinistra che lo hanno preceduto'

'Da giorni la nostra attenzione si è concentrata su ciò che sta accadendo nella sanità della nostra Regione. Prima l’allarme sulla carenza di anestesisti all’ospedale di Cento, con il conseguente ricorso a medici assunti tramite cooperative e agenzie interinali. A stretto giro la sanità privata che rivendica il proprio ruolo nel fornire prestazioni che contribuiscano a ridurre le liste di attesa, a fronte della elargizione di fondi già stanziati a bilancio della Regione'. Così Eleva Govono, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Modena e responsabile sanità del partitoa livello regionale commentando la notizia, diffusa ieri da CGIL, CISL, e UIL secondo cui i servizizi di ostetricia e ginecologia dell’area nord della provincia di Modena, in particolari il punto nascita di Mirandola, verrebbero appaltati per 5 mesi, rinnovabili per altri 5, con una base d’ asta di 500.000 euro ma non solo.
'La stessa AUSL di Modena e quella di Reggio Emilia procederanno ad appaltare anche le prestazioni di emergenza-urgenza, ovvero i pronto soccorso' - sottolinea Govoni che prosegue. 'Quello che sta succedendo nella sanità regionale è gravissimo, perché in questo modo viene disperso quel capitale di risorse umane che è fondamentale per una sanità che risponda alle esigenze di qualità, di competenza, di sicurezza, di imparzialità e di azione coordinata e controllata pubblicamente'
'Per far fronte agli ammanchi di bilancio conseguenti alla mancata copertura da parte del Ministero della Salute delle spese sostenute per l’ emergenza pandemia da SARS-CoV2, la Regione sceglie di rinunciare al controllo diretto su prestazioni fondamentali per la salute dei cittadini.
Nonostante i roboanti proclami a salvaguardia del servizio sanitario pubblico, la Regione Emilia Romagna, tradizionalmente all’avanguardia in questo settore, decide di seguire le politiche delle Regioni di centrodestra e procedere alla privatizzazione della sanità.
Bonaccini diventa giorno dopo giorno sempre più simile alla candidata leghista che lo sfidò alle scorse regionali.
Noi l’avevamo detto: se per battere le destre si finisce per diventare come le destre compresa la proposta di autonomia differenziata,- conclude la responsabile regionale sanità del Partito della Rifondazione Comunista - si tradisce non solo l’elettorato, ma una decennale gestione oculata della sanità regionale, messa in atto da politici lungimiranti che oggi rimpiangiamo di non avere più'

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