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Bonifica Burana: grave crisi idrica. Urgono interventi strutturali

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Perdura lo stato di siccità: le previsioni a breve termine non migliorano. Ai livelli di siccità di quest'anno si impone una riflessione profonda che metta in campo risorse per attuare un cambiamento strutturale, dichiara il Presidente del Consorzio Burana Francesco Vincenzi


Bonifica Burana: grave crisi idrica. Urgono interventi strutturali
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Perdura lo stato di siccità: le previsioni a breve termine non migliorano. Lo scenario negativo ipotizzato l’inverno scorso – a causa della mancanza di precipitazioni nevose e di pioggia – è stato confermato e aggravato dall’estate infuocata e dagli insignificanti rovesci temporaleschi degli ultimi giorni.

Conosciamo la difficoltà di ottenere previsioni attendibili a medio-lungo termine, ma se non possiamo prevedere il futuro non resta che studiare presente e passato, per cercare di comprendere la tendenza verso cui andiamo.

“Ai livelli di siccità di quest’anno si impone una riflessione profonda che metta in campo risorse per attuare un cambiamento strutturale, dichiara il Presidente del Consorzio Burana Francesco Vincenzi. “Dobbiamo ringraziare i bonificatori del Novecento che ci hanno permesso di derivare acqua da Po fino alle porte di Modena, grazie alla costruzione sia dell’impianto Sabbioncello messo in funzione nel 1957, sia del Canale Emiliano Romagnolo che rifornisce parte della pianura bolognese e modenese, ma non possiamo fermarci dato che il territorio è in continua evoluzione.

E quello cui stiamo assistendo oggi è un cambiamento tutt’altro che propizio all’uomo, alla sua economia e all’ambiente: la pressione sulle risorse idriche è alle stelle in tutto il mondo. “È molto diverso registrare una caduta di 70-100 millimetri di pioggia in poche ore o spalmata su più giorni – conclude Vincenzi. Si rischia la continua alternanza tra i danni causati da rovesci temporaleschi - spesso accanto a potenti grandinate e raffiche di vento - e lunghi periodi di totale mancanza di precipitazioni che si traducono in cali di produzione di pomodoro, frutteti, vigneti, cereali e foraggio in generale, per citarne solo alcuni, oltre alla sofferenza per la fauna ittica. Una possibile risposta è nella creazione di nuovi invasi.  Il dato di fatto è che i corsi d’acqua appenninici sono sempre più in crisi idrica, aggravata dalla mancanza di una regolamentazione dei prelievi a monte che, per quel che riguarda il Panaro, penalizza l’agricoltura dell’area fra Savignano e Vignola.

È indispensabile un aumento di responsabilità da parte di tutti coloro che a vario titolo attingono dai fiumi.”

Gli esperti parlano di questo come del secondo anno più caldo del pianeta dal 1880 ad oggi, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,90 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo.

 Aggiunge l’Ing. Bertozzi Direttore del Consorzio della Bonifica Burana: “Il raddoppio della Cassa di espansione di Manzolino, Castelfranco Emilia, non si può più rimandare: il progetto c’è, attendiamo il finanziamento. Da quasi tre mesi l’invaso di Manzolino non viene alimentato da acqua, già in primavera era estremamente basso, oggi è ai minimi storici. E parliamo di una riserva che ha anche un’importante funzione ambientale. Senza parlare della movimentazione idrica dei nostri impianti principali, Pilastresi e Sabbioncello: sono mesi che le idrovore sono impiegate senza sosta, da marzo ad oggi abbiamo derivato rispettivamente 250 milioni di metri cubi d’acqua col primo (che equivalgono a 100mila piscine olimpioniche!) e 135 milioni col secondo, acqua che viene restituita migliore di come è ricevuta. Rispetto all’agricoltura le altre attività produttive hanno bisogno di alti costi, come fognature e depurazione, per essere rimesse in circolo con livelli qualitativi comunque più bassi. E meno male che, grazie alla lungimiranza che è tipica dei consorzi di bonifica, accanto all’impianto principale ora sono affiancati due impianti sussidiari pensati proprio per i periodi di forte magra.”

 


Redazione Pressa
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