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“Domani non voterò la relazione finale confezionata dalla maggioranza PD al termine della Commissione d’inchiesta regionale sui fatti di Bibbiano. Avrebbe dovuto essere una relazione oggettiva, neutra, tesa a ricercare la verità e ad individuare eventuali responsabilità a livello amministrativo. Quello che ci è stato sottoposto, invece, è un documento di parte, pieno di omissioni, che tende a minimizzare l’accaduto scaricando ogni responsabilità sull’Unione ed evita accuratamente ogni riferimento ad altri soggetti”. Così Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.
“Per noi è inaccettabile questa versione, peraltro smentita dall’evidenze documentali che provano come tutto “il sistema” fosse perfettamente al corrente del fatto che l’Unione Val d’Enza avesse operato contra-legem. Come? Semplice, è stato eliminato quel meccanismo per cui ciò che viene fatto all’interno di un’équipe territoriale viene controllato da una seconda équipe, appartenente ad un altro ambito territoriale.
E questo lo sapeva l’Ausl, che tramite i propri psicologi distaccati presso il servizio prescriveva le terapie, lo sapeva il distretto che avvallava la scelta, lo sapeva l’Ausl di Reggio tanto da comunicarlo alla Regione inserendo la notizia nei monitoraggi periodici. Lo sapevano i funzionari regionali, che dei monitoraggi si occupavano, ed evidentemente anche i loro dirigenti. Lo sapeva l’allora Presidente della Provincia, oggi Sottosegretario alla Presidenza della Regione Manghi, perché addirittura approvò un documento di promozione della sperimentazione condotta in Val d’Enza. Ne era al corrente il PD reggiano in considerazione del fatto che il sindaco Andrea Carletti fa parte della direzione del Partito, così come ne fanno parte Manghi e Scarpati (l’avvocato coinvolto dal GIP, poi prosciolto). Lo sapeva la consigliera regionale Roberta Mori che portò l’esperienza di Bibbiano in Commissione in Regione, e lo sapeva l’onorevole Vanna Iori che la portò in audizione alla Commissione parlamentare infanzia.
Lo sapeva la Regione, che patrocinò ed in parte pagò i convegni; ne era al corrente il Garante regionale per l’Infanzia che partecipò ai convegni, così come ne era al corrente la Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato che finanziò le terapie ad alcuni minori. E anche l’ex vicepresidente e assessore al Welfare Gualmini, oggi europarlamentare PD, che in tempi non sospetti rispose a una mia interrogazione confermando la sperimentazione svolta in Val d’Enza, sapeva, e si suppone anche il presidente Bonaccini che a lei è subentrato nella delega”.
“Per tutti loro – continua Tagliaferri - era un’esperienza da promuovere ed esaltare, oggi nessuno se ne ricorda più: per questo, non avvalleremo assolutamente una versione dei fatti tesa solo a dare una versione di comodo per salvare la faccia al PD e ai suoi amministratori, e non ad accertare la verità”.