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“Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.
L’articolo 9, comma 1, della legge 28/2000 (sulla cosiddetta Par Condicio), è quello che regola le attività di comunicazione istituzionale delle pubbliche amministrazioni durante lo svolgimento della campagna elettorale, ovvero in quel periodo che intercorre tra la convocazione dei comizi elettorali (successiva in questo caso allo scioglimento delle camere avvenuto con decreto del Presidente della Repubblica firmato il 28 dicembre scorso), e il voto. L'intento del legislatore è chiaro, ovvero impedire che nella fase che precede le elezioni, le compagini politiche al governo dei rispettivi territori usufruiscano della titolarità delle proprie cariche elettive, cogliendo l’opportunità di momenti celebrativi e di comunicazione istituzionale, per promuoversi sotto il profilo politico, anche solo in modo subliminali o indirette.
Il divieto è diretto a scongiurare il rischio che la Pubblica Amministrazione, con particolare riferimento ai rappresentanti politici che ricoprono cariche elettive, nello svolgere attività di comunicazione istituzionale in periodo elettorale, offra una raffigurazione allettante di sé stessa, e degli individui che la governano, con una evidente coincidenza, se non prevalenza, della comunicazione politica con e su quella di comunicazione istituzionale, ovvero quella necessaria e basilare per i cittadini (per esempio la comunicazione del blocco del traffico fa parte della comunicazione istituzionale) che va comunque garantita.
E' altrettanto chiaro che celebrazioni come quella prevista mercoledì 17 gennaio, relativa al conferimento della cittadinanza onoraria a Vasco Rossi (ciliegina sulla torta di un percorso che ha visto il sindaco impegnato negli ultimi mesi nel malcelato tentativo di unire anche più di quanto lo sia, la sua figura istituzionale e politica al successo del Modena Park), saranno funzionali proprio a quegli aspetti e a quei risvolti politici e di propaganda politica che la legge vorrebbe che le amministrazioni pubbliche evitassero al punto di vietarle.
Se a questo viene aggiunto che la manifestazione sarà volutamente svolta in un luogo da inaugurare come l'ex Aem, facendola combaciare con un altro elemento di propaganda politica e amministrativa svolta dal sindaco e dell'Amministrazione, è chiaro che la 'forzatura', rispetto alla volontà del legislatore, è doppia.
Un elemento che non solo è istituzionalmente inopportuno ma in un periodo elettorale, appunto formalmente vietato dalla legge. Anche se probabilmente con una risata e con una battuta, con un applauso davanti al megaschermo, tutto sarà sepolto. Insieme all'opportunità e alla correttezza di una comunicazione istituzionale che come tale rimarrà lettera morta.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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