La Cgil contesta una Manovra di austerità e riarmo.
Pensioni.Una manovra di austerità e riarmo a scapito di investimenti in sanità, welfare, servizi pubblici, istruzione e università.
La Sanità pubblica è una delle emergenze di questo paese, il Governo afferma che ha stanziato 2miliardi e 400milioni in più per il 2026, ma il gap tra finanziamento del Fondo sanitario nazionale le previsioni della spesa sanitaria effettiva è di quasi 7 miliardi di euro. Mancano all’appello circa 5 miliardi che si scaricheranno sulle regioni e come maggiori oneri sui cittadini. I 4,2 miliardi di euro stanziati nel 2025 da spendere nel 2026, più di 3miliardi, sono per i rinnovi contrattuali. Che ricordiamo sono stati firmati a 1/3 dell’inflazione: definita al 5,7% a fronte del 17%.Questo Governo, da quando si è insediato, ha ricevuto in eredità un finanziamento della sanità pari al 6,4% del Pil e oggi consegna al Paese un finanziamento pari al 6,04% che sarà al 6,15% il prossimo anno e poi calerà al 6,04% nel 2027. I numeri dicono che siamo di fronte a un sottofinanziamento strutturale della sanità.
Oltre al Governo la Cgil si rivolge anche alle Aziende sanitarie modenesi, chiedendo un confronto a partire dal grande problema delle liste d’attesa, molto sentito da lavoratori e pensionati e da tutti i cittadini. Sulla programmazione 2026 serve tener fede al Protocollo 2024 con le parti sociali, vale a dire tenere aperte le agende delle visite per 24 mesi, conoscere il calendario delle prime visite che sono quelle decisive per impostare il percorso terapeutico e di cura, gestire direttamente gli appuntamenti delle visite dei pazienti presi in carico.Salari e Crisi industriali. Al governo la Cgil chiede aprire un confronto, che fino ad adesso non c’è stato, per aumentare salari e pensioni, per cambiare la manovra. I lavoratori e i pensionati in questi ultimi anni hanno perso circa l’8-9% del potere d’acquisto.
La provincia modenese, a vocazione manifatturiera e all’export, vede nel 2024 tutti i settori industriali calare per ricavi e fatturato sul 2023, con un dato forte della meccanica -18%, e un aumento di + 20% della cassa integrazione (pari a 10.586.080 di ore) tra il periodo gennaio-settembre 2023 sullo stesso periodo del 2024, il 66% (circa 7,5 milioni di ore) della cassa integrazione complessiva (gli oltre 10milioni e mezzo ore) riguarda il settore metalmeccanico.
Il trend modenese è in linea con quello nazionale, 32 mesi di calo della produzione industriale hanno un impatto inevitabile anche sulla nostra provincia e su altri territori dell’Emilia Romagna (Bologna, Reggio Emilia, Ferrara non si distanziano per ore di cassa integrazione autorizzate con la quota maggiore tra 60-79% nel settore meccanico). Di fronte al calo di fatturato dell’industria, crescono i servizi (ma quelli all’industria), ma settori come le pulizia e i servizi alla persona a basso valore aggiunto e competitività, che si gioca tutta sul basso costo del lavoro. Pur a fronte di cali di fatturato e ricavi, nel campione di 115 imprese modenesi analizzate dalla Cgil, nel 2024 le imprese hanno aumentato gli utili del 19%, che è andato principalmente in remunerazione del capitale e investimenti finanziari, perché solo il 2% del fatturato è stato destinato a investimenti e patrimonializzazione delle imprese. I salari italiani dal 2020 al 2024 hanno perso l’8-9% potere acquisto.
Le richieste al governo
Per questo la Cgil chiede al Governo il rilancio di investimenti, sia pubblici che privati. I soldi si possono recuperare dove ci sono: dall’evasione fiscale, da un riequilibrio della tassazione tra lavoro e capitale. E diciamo anche che serve la patrimoniale per redistribuire la ricchezza, proponiamo un contributo del 1% per i contribuenti più ricchi con i redditi superiori a 2 milioni di euro. Già in questo modo si potrebbero recuperare 26 miliardi di euro.Casa. Altro tema emergenziale è l’abitare con gli affitti che a Modena sono cresciuti più del 30% nell’ultimo anno. In legge di Bilancio è previsto poco o nulla per contrastare il disagio abitativo. Il Governo ha azzerato il fondo per le morosità incolpevoli che sappiamo essere dovute in larga parte a calo di reddito per perdita di occupazione, cassaintegrazione, ecc...E invece di sostenere le famiglie in difficoltà, Fratelli d’Italia presenta un Ddl vergognoso per accelerare gli sfratti, proponendolo sfratto dopo 2 mesi di canone non pagati. A Modena il 70% degli sfratti che sono per morosità incolpevole (redditi bassi, cassa integrazione), mentre il 15% per finita locazione legata frequentemente alla volontà dei proprietari di destinare gli immobili agli affitti brevi e transitori o di aumentare sensibilmente i canoni.




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