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La battaglia sulla sanità pubblica e universalistica rilanciata dall'ex Ministro della salute Roberto Speranza durante la presentazione del suo libro, organizzata dall'associazione Idee a sinistra alla sala Ulivi di Modena, ha portato con sé una serie di evidenze ed ammissioni rispetto a quanto i governi 'suoi' e comunque di centro sinistra, non hanno fatto o hanno fatto male. Tra le cose non fatte c'è la rimozione del tetto di spesa al personale sanitario. Per Speranza una priorità. Un tetto che risale ai governi Berlusconi e Tremonti e che, appunto, andrebbe rimosso ma che fino ad ora, non è stato fatto rimosso.
Poi una sorta di J'accuse indiretta ai governi di centro-sinistra anche per quanto riguarda modi e tempi delle riforme della rete ospedaliera e della rete territoriale. 'Andavano fatte insieme perché ospedali e assistenza territoriale devono compensarsi, invece sono arrivate a 7 anni di istanza l'una dall'altra.
Ciò ha creato dei problemi. La prima è del 2015 e ha portato sostanzialmente alla chiusura di alcuni ospedali, ma non puoi togliere un ospedale senza rafforzare la rete territoriale, invece anche in aree di questa provincia che ho visitato è successo e ciò ha portato problemi alla comunità. Sul territorio siamo indietro, per questo abbiamo dirottato n questa direzione i soldi del PNRR'.
Silvana Borsari ex direttrice sanitaria dell'AUSL di Modena, ora in pensione, riporta Speranza al primo periodo dell'emergenza Covid e del lockdown. Speranza ammette di avere scelto direttamente sulle chiusure. 'Pensavo che se si chiudeva di più ci sarebbero stati meno morti mentre se si chiudeva meno il contrario. Ero allarmato dalla situazione in cui si trovavano ospedali e pronto soccorso'.
Speranza ammette anche che in quel periodo non c'era un piano da seguire: 'Non avevamo istruzioni per una situazione del genere e l'unico modello di riferimento era quello della Cina' - afferma l'ex ministro.
Poi il finanziamento alla sanità pubblica. Speranza attacca prima il governo dicendo che si stanno tagliando i finanziamenti, Silvana Borsari gli fa notare che è già praticamente dal 2015 dal DM 70 che la sanità è sotto finanziata. Lui in quel momento racconta dei quattro miliardi dati dal ministro Schillaci alla sanità. 'Appresa la notizia stavo facendo un intervista e ho detto al giornalista: ascolta Schillaci.
Per questo sono stato rimproverato dai miei compagni: Cosa fai? Dai ragione ad un ministro di centro destra?'
'Io sinceramente non faccio differenza tra destra e sinistra. Se prima li chiedevo io, non cambio opinione se li chiede e li stanzia un altro. Se i soldi arrivano per la sanità pubblica io ne sono contento'.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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