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Otto anni fa la strage di Odessa: un 2 maggio da non dimenticare

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La Terra dei Padri: 'La conoscenza e la comprensione di questi fatti sono fondamentali per capire il clima dell'Ucraina del 2014'


Otto anni fa la strage di Odessa: un 2 maggio da non dimenticare
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Il 2 maggio 2014, a Odessa, si consumò uno dei crimini più gravi compiuti in Europa contro una popolazione civile, negli ultimi decenni. Fatti che oggi si tenta di dimenticare, come dimostra la stessa rivisitazione data da Wikipedia. Dopo la 'sollevazione' golpista di Piazza Maidan, nel febbraio 2014 che portò alla cacciata del presidente regolarmente eletto Ianukovich, il nuovo governo di Kiev aveva intrapreso politiche fortemente discriminatorie contro la popolazione russofona dell'Ucraina, maggioritaria nel sud-est del paese e in città come Odessa, dove pochi giorni prima 40.000 cittadini avevano manifestato in piazza per protestare contro la chiara volontà politica del governo post-Maidan di emarginare - con l'annientamento identitario e culturale - tutti i cittadini russofoni, relegando letteralmente a classe subalterna. Non si doveva più parlare russo, venivano chiusi i canali televisivi, era proibito parlare della storia dell'Unione Sovietica e ricordarne le ricorrenze storiche principali, solo per citare alcuni provvedimenti presi dalla 'giunta di Kiev'.

Il 2 maggio, con la scusa di una partita di calcio, affluirono ad Odessa centinaia di ultras da stadio, centinaia di militanti di Pravy Sector (ultra-nazionalisti ucraini) ed  estremisti di altri gruppi ucraini che si scontrarono con i manifestanti di segno opposto, alcuni cecchini sui tetti (proprio come a Piazza Maidan) spararono su entrambi i gruppi e quella fu la provocazione che spinse gli ultranazionalisti, armati, a riversarsi in Piazza Kulikova, dove davanti alla Casa dei Sindacati era stato montato un presidio di militanti russofoni di partiti di sinistra; di fronte alla violenza selvaggia dei pro-Maidan i russofoni si rifugiarono nella Casa dei Sindacati che si trasformò in una trappola mortale, vennero lanciate molotov all'interno dell'edificio e coloro che cercavano di scappare dal fuoco vennero fatti oggetto di colpi di arma da fuoco e in alcuni casi finiti a bastonate dopo essersi lanciati dalle finestre per sfuggire al rogo.

La mattanza continuò all'interno dell'edificio, con torture e violenze contro uomini, donne e ragazzini, Vadim Papura, 17 anni, venne trascinato fuori dall'edificio e linciato perché per gli assassini 'un comunista merita quella fine'.
I media occidentali hanno cercato di nascondere a lungo la causa di quella orrenda strage che provocò 48 morti accertate e centinaia di feriti, anche se il bilancio reale delle vittime fu probabilmente più alto, nonostante l'ampio materiale fotografico nessun colpevole è mai stato portato in un tribunale.

'La conoscenza e la comprensione di questi fatti sono fondamentali per capire il clima dell'Ucraina del 2014 e le ragioni che hanno spinto la Crimea ed il Donbass a separarsi dall'Ucraina Occidentale, con il Donbass che ha resistito 8 anni all'esercito ucraino, fino al recente intervento russo - si legge in una nota del circolo culturale modenese La Terra dei Padri -. Come associazione ci siamo impegnati nella divulgazione di questi tragici fatti, anche attraverso l'aiuto di Olga Ignatieva (video), una cittadina di Odessa testimone oculare di quel massacro, a cui sfuggì per miracolo, prima di fuggire dall'Ucraina, nel 2015, per le persecuzioni a cui veniva sottoposta, proprio per il suo essere 'scomodo testimone' della strage. Olga tornerà a Modena sabato 14 maggio per raccontare in piazza Matteotti la sua esperienza'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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