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L'elevazione della questura di Modena in fascia A, a quasi due anni dalla richiesta unanime del consiglio comunale, pareva ormai cosa fatta. Anche per i sindacati di Polizia che più volte l'avevano annunciata come tale. Invece, oggi, siamo ancora ad una 'non meglio specificata definizione delle procedure'. La conferma arriva dalla più autorevole delle voci in materia, il Ministro dell'Interno Lamorgese oggi collegata da Roma con la Prefettura di Modena per la firma, a distanza, del Patto triennale per Modena Sicura; patto tra istituzioni per mettere a sistema, sul piano provinciale, un sistema di interventi per garantire standard sempre più alti di sicurezza ed ordine pubblico. Sistema che negli ultimi anni, sulla scia del grado di insicurezza reale e percepito a Modena e provincia, ha portato ad una serie di rinforzi, tra cui 50 Carabinieri in più, anche per compensare, così come successo in questura, la grande quantità di pensionamenti.
L'amministrazione, sulla questura, dopo le parole del Ministro, prova ad ostentare un passo avanti nelle procedure che è oggettivamente difficile percepire e, in una nota stampa, commenta con soddisfazione la prosecuzione delle procedure. Che significa tutto e niente, soprattutto se a garantirla, quella prosecuzione, è un ministro che tra quindici giorni finirà il mandato, insieme al governo.
I risultati del Patto negli ultimi anni
Tra il 2018 e l’agosto del 2022 le telecamere della videosorveglianza cittadina sono passate da 197 a 374, mentre sono raddoppiati i varchi (oggi sono 30) inseriti nel Sistema centrale nazionale targhe e transiti (Scntt) che consente l’interconnessione e l’integrazione con la banca dati centrale del ministero dell'Interno. Negli ultimi due anni, inoltre, è stata implementata la cartografia digitalizzata delle telecamere, uno strumento di lavoro utilizzato nelle centrali operative di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia locale.
L’intervento sulla videosorveglianza, con un aumento di 177 telecamere in poco più di tre anni e una diffusione che dalle zone centrali della città ora copre anche le frazioni, sulla base di una progettualità condivisa tra le forze dell’ordine, è forse uno degli esempi migliori per rappresentare funzionalità ed efficacia del Patto Modena città sicura.
Anche l’attività di controllo coordinato del territorio si è sviluppata con numeri significativi: nel 2021 sono stati 350 i controlli congiunti tra forze dell’ordine e Polizia locale (con 24 arresti) ed è stato riaperto il presidio integrato all’Autostazione delle corriere, con la Polizia di Stato di nuovo presente, insieme allo Polizia locale, in una logica di polizia di prossimità.
Nell’ambito dell’attività di prevenzione dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti, la Polizia locale ha istituito l’unità cinofila partecipando nel 2021 a 46 servizi congiunti interforze (con 21 arresti).
Anche nella formazione sono state diverse le opportunità di iniziative interforze: dalla prevenzione delle truffe agli anziani all’approccio alle aggregazioni giovanili, fino a privacy e videosorveglianza, alla gestione di software security e alla sicurezza stradale, con particolare attenzione per l’omissione di soccorso.
Negli ultimi anni si è ampliato il progetto del Controllo di vicinato raggiungendo i 93 gruppi attivi, sostanzialmente in tutte le aree della città, con i coinvolgimenti di circa 2.800 cittadini, tra residenti e commercianti.
È stato rafforzato l’impegno a sostegno delle vittime dei reati e nelle prossime settimane è in programma l’inaugurazione di un servizio nell’ambito del progetto regionale “Ervis: Emilia Romagna victim support.
È cresciuta l’attenzione sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati a fronte di un aumento degli arrivi: erano 78 nel 2000, sono diventati 174 lo scorso anno e quest’anno, tra gennaio e il 26 agosto, sono già 167. Si tratta di un flusso di minori (prevalentemente albanesi, tunisini e pachistani) che si somma a quelli già in carico ai Servizi sociali: nel 2021 sono stati gestiti 270 minori, quest’anno siamo già a 327. I minori stranieri, inoltre, se non seguiti adeguatamente, sono particolarmente vulnerabili con il rischio di diventare vittime di sfruttamento lavorativo o da parte della criminalità.
Nell’ambito Patto, inoltre, si è sviluppata l’attività di prevenzione e contrasto del disagio giovanile, per esempio con il progetto “Giovani al centro” o con i laboratori sulla legalità e con gli interventi di educazione alla legalità in coordinamento tra diversi soggetti.
Anche sulla sicurezza stradale si sono sviluppate iniziative di coordinamento tra Polizie locale, con controlli congiunti sul territorio provinciale, e percorsi didattici in ambito scolastico.
Il PNRR entra nel Patto Modena Sicura
Tra gli strumenti per sostenere la ripresa sociale ed economica viene sottolineato il ruolo del programma Next Generation Eu. Infatti, gli interventi di controllo del territorio possono essere più efficaci nell’ambito di politiche sociali e piani condivisi di rigenerazione del tessuto sociale e del contesto urbano. Da qui l’importanza dei progetti finanziati dal Pnrr anche nell’ottica di contrastare l’illegalità diffusa. Al tempo stesso vanno sviluppati collaborazione tra forze dell’ordine e aggiornamento professionale, l’interconnessione delle Sale operative e gli obiettivi di azioni sinergiche e progetti specifici per la vivibilità e la coesione sociale; lo sviluppo del sistema di videosorveglianza, anche con l’interfacciamento della banca dati Scntt; l’impulso alla Polizia di prossimità e allo sviluppo di comunità, anche con la rete del Controllo di vicinato.
Fermo restando il ruolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, alla cabina di regia istituita dal Patto (di cui fanno parte Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Comune e Polizia locale) spetta individuare le problematiche di sicurezza urbana per l’esame in sede di Cposp, valutare gli interventi, verificare l’attuazione dei progetti e concorrere al monitoraggio.