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“Ha assunto toni inquietanti la vicenda dello stage retribuito presso Hera concesso al figlio di un ispettore anti corruzione. Le sorprese non sono mai finite e, ancora una volta, emergono criticità in quello che dovrebbe essere un esempio di servizio pubblico partecipato dai Comuni. Dopo i rilievi di Anac dello scorso anno e la multa dell’antitrust del 2014 per abuso di posizione dominante, ora il caso giudiziario rischia di incrinare ancora di più la fiducia degli utenti nel servizio fornito dalla multiutility, già percepito, la maggior parte delle volte, come inferiore rispetto alle aspettative in relazione alle quote corrisposte”.
Stefano Bargi, consigliere regionale Lega Nord, interviene sulla vicenda che in queste ore ha coinvolto la multutility, che secondo il pm, insieme ad Herambiente, per responsabilità amministrativa, dovrebbe pagare una sanzione da 250 mila euro (125 a testa).
“La prossima udienza si terrà il 10 giugno e non è possibile prevedere gli sviluppi del processo”, specifica il consigliere “tuttavia rimarchiamo il forte impatto negativo che la questione può avere sull’immagine dell’azienda, già oggetto in passato di importanti rilievi relativi a condotte su appalti e gestioni”.
Nel luglio 2017, infatti, fu proprio Raffaele Cantone a sottolineare “irregolarità evidenti negli appalti di Hera, soprattutto per quel che riguarda i servizi ambientali che l'azienda multiservizi appalta a soggetti esterni, mentre nel 2014 l’Antitrust sanzionò l’azienda per 800mila euro per Abuso di posizione dominante”.
In quanto partecipata da enti pubblici “l’azienda dovrebbe rispondere pubblicamente di questi passaggi negativi i cui oneri, oltretutto, rischiano di finire a carico dell’utenza, già provata da tariffe pesanti”.
Redazione Pressa
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