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“La Regione promuove la gestione associata delle funzioni e dei servizi…anche con l'obiettivo di incrementare i livelli di efficienza e di efficacia...e promuove, in via prioritaria, le fusioni...”; questo è uno dei primi passaggi della Legge Regionale 21/2012 sulle Unioni. Principio che, come detto più volte, è stato totalmente disatteso da UCMAN, dove al 18esimo anno di età, i servizi conferiti da tutti i Comuni sono solo 15 su 29, con l'ente ancora in “fase di avvio” cioè al primo dei tre stadi di sviluppo'
Ricorda gli obiettivi statutari e originari della nascita dell'Unione, e che oggi sarebbero disattesi, l'Onorevole Guglielmo Golinelli, capogruppo Lega in comune a Mirandola. Deciso sostenitore della necessità, per lo stesso comune guidato dal sindaco Alberto Greco, si uscire dall'Unione. Più volte ribaditi i motivi ai quali si sono contrapposte le forze di opposizione a Mirandola, e le amministrazioni degli altri 8 dei 9 comuni che compongono l'Unione stessa.
Promotrici del ricorso al Tar contro la decisione, formalizzata dal consiglio comunale di Mirandola, di uscire dall'Unione. Una decisione, che il Tar ha bocciato non tanto nel merito 'politico' ma del metodo, ovvero nella tempistica. Bocciatura che non pur mantendo Mirandola all'interno di un matrimonio forzato non ha salfito le ragioni e la spinta politica della maggioranza leghista al governo di Mirandola che vuole uscire e che intende le conseguenza dello stop del Tar come un semplice rinvio. Anche perché per la Lega, le ragioni per uscire da una Unione che è rimasta, a diciotto anni dalla sua nascita ancora ad uno stadio per così dire 'embrionale', ci sono ancora tutte.
'La fusione -col raggiungimento del comune unico- sarebbe stata un’ottima iniziativa in linea teorica, ma è pura utopia - continua Golinelli - in quanto è del tutto evidente che i Comuni a guida PD sono i primi a non crederci, e anche di fronte all'uscita di Mirandola, hanno dimostrato di infischiarsene, non conferendo i servizi.
E’ sul lato dei costi e dell'efficienza il dato più tragico di UCMAN: infatti Mirandola ha speso in maggiori trasferimenti verso l’Unione circa 250 mila euro nel 2019 rispetto al 2018, nel 2020 circa 265 mila, mentre quest’anno se ne prospettano altri 290 mila e 191 mila nel 2022.
Gli aumenti degli anni passati si sommano alle nuove risorse richieste: conti alla mano e compreso quest'anno, l'Unione è costata solo al comune di Mirandola 1.5 MILIONI di Euro di maggiori spese dal 2019 al 2021, soldi pagati dai cittadini mirandolesi e senza che nessuno si sia accorto di aver ricevuto servizi migliori.
Per fare un esempio, nel caso dei servizi scolastici, conferiti in Unione nel 2017, come le mense, gli asili e gli scuolabus, negli ultimi tre anni scolastici fino al 2020 si è creato un ammanco di 275 mila euro per morosità, pari a circa il 10% del costo totale delle rette. UCMAN non ha dato alcuna soluzione né sul contrasto dei morosi né sul recupero degli insoluti, ma si è limitata solo a chiedere maggiori risorse a Mirandola o ad alzare le rette.
Ai costi folli bisogna anche aggiungere i 700 mila euro di contributi regionali persi; di fatto con il pieno conferimento dei servizi, si poteva arrivare a 1.4 milioni di euro nel triennio 18-20 (come avvenuto nella vicina Unione Terre d’Argine), mentre UCMAN si è fermata alla metà, cioè 700 mila circa.
Il dato oggettivo è che Mirandola paga per tutti, infatti col 28% degli abitanti paga mediamente il 38% dei costi in carico ai comuni, con servizi, come la Polizia Locale, dove si arriva a quasi il 50%.
E’ una struttura che un qualsiasi bravo imprenditore avrebbe già messo in liquidazione' - conclude Golinelli. 'Quando il PD chiede quanto costa l'uscita, la risposta è: quanto ci costa piuttosto l'Unione, e quanto ancora ci costerà rimanerci dentro più a lungo'.
Redazione Pressa
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