Nell'aprile 2014 entrò in aperta polemica col mondo renziano affermando di 'non sentire il bisogno di abbassarsi lo stipendio' che tre anni fa era di 457mila euro annui. E il presidente esecutivo Hera Tomaso Tommasi di Vignano è stato di parola: infatti nel 2017 (in base al bilancio consolidato 2017 reso pubblico dalla multiutility poche settimane fa) ha percepito complessivamente quasi 50mila euro in più, 500.930 euro (contro i 465.069 del 2016 a dimostrazione di una crescita lenta ma costante).

Un incremento di compensi che riguarda tutti i vertici della multiutility emiliana con sede a Bologna che godono di stipendi a dir poco stellari.
L'amministratore delegato Hera Stefano Venier ha infatti percepito un compenso nel 2017 pari a 512.235 euro (nel 2016 furono 477.085), mentre al vicepresidente (il modenese Giovanni Basile) sono andati 89.026 euro (nel 2016 88.988 euro). Per il direttore generale Roberto Barilli nel 2017 un compenso complessivo di 479.933 euro (contro i 447.149 del 2016).
Da segnalare tra gli amministratori Hera modenesi anche i 60.496 euro percepiti da Massimo Giusti (60.473 del 2016), i 19.835 euro di Mara Bernardini (il cui incarico è cessato ad aprile 2017 contro i 60.524 del 2016), i 19.684 di Luca Mandrioli (anch'egli per 3 mesi di incarico contro i 60.447 2016) e i 40.671 euro per Marina Vignola subentrata ad aprile.
Ricordiamo che Mara Bernardini lo scorso anno ha comunque percepito 99mila euro per il suo ruolo di consigliere Bper.
Giuseppe Leonelli


 (1).jpg)