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'Come si è arrivati a chiudere il punto nascite di Pavullo'

'Come si è arrivati a chiudere il punto nascite di Pavullo'
'Come si è arrivati a chiudere il punto nascite di Pavullo'

La dottoressa Maria Cristina Galassi ha lavorato all'attuazione del percorso di centralizzazione con riferimento Sassuolo ma afferma: 'Le donne della montagna non sono sole'

La dottoressa Maria Cristina Galassi ha lavorato all'attuazione del percorso di centralizzazione con riferimento Sassuolo ma afferma: 'Le donne della montagna non sono sole'


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Dal marzo 2014, ovvero da quando ha assunto la direzione della struttura complessa di Ginecologia ed Ostetricia per gli ospedali di Sassuolo e Pavullo, Maria Cristina Galassi ha lavorato per attuare le linee definite dal Pal di  riorganizzazione per area geografica della sanità provinciale e che ha individuato l'ospedale di Sassuolo, come riferimento per tutta l'area sud. Un percordo che nei fatti ha portato un numero sempre maggiore di donne a partorire fuori Pavullo, considerato un centro sempre meno attrezzato a garantire quella sicurezza che nella politica di centralizzazione regionale, può essere assicurata solo nei centri più grandi. Questo ha di fatto creato quel presupposto che ha portato alla chiusura (di fatto già scritta) del centro nascite di Pavullo. 'Una sicurezza che le donne di oggi chiedono - afferma la dottoressa Galassi nel corso della conferenza stampa convocata per chiarire il dramma di domenica scorsa a Sassuolo - e che sanno di potere trovare solo nei centri più grandi'

Nel suo intervento la dottoressa Galassi ha affermato che il sistema centralizzato consentirà alle donne della montagna di continuare ad essere seguito per molti aspetti anche meglio di prima e di ridurre comunque il rischio.
E in riferimento alle emergenza acute, come quella che ha coinvolto la donna alla 37esima settimana, fa capire che il rischio è tale per una 'donna residente a Sassuolo così come per quella residente a Fanano', ma che comunque nel sistema centralizzato negli anni strutturato il fattore rischio è ridotto ad un livello sempre più basso.

Riproponiamo nel video che segue alcuni significativi passaggi dell'intervento della dottoressa Galassi nel corso della conferenza stampa presso la direzione generale dell'Ausl di Modena


Per non dimenticare: marzo 2014

Riportiamo di seguito un brano della nota stampa con cui nel marzo del 2014 l'Ausl accompagnò la notizia dell'incarico affidato alla dottoressa Galassi  di direttore della struttura complessa di Ginecologia e Ostetricia per gli Ospedali di Sassuolo e Pavullo e dell'incarico affidato a Claudio Zanacca di responsabile della pediatria di Pavullo (nella foto)
Diceva l’Ausl: “Si completa così il percorso volto a dare seguito al percorso definito dal PAL, Piano Attuativo Locale, che prevede la riorganizzazione per area geografica e di intensità di cura degli ospedali e il rafforzamento dei rapporti di collaborazione tra le strutture della rete materno-infantile della provincia di Modena; prevedendo, tra l'altro, per garantire la sicurezza dei pazienti e la clinical competence degli operatori, l'attivazione di sinergie organizzative
e gestionali delle unità operative di Pavullo con le altre unità operative della rete assistenziale ed in particolar modo con Sassuolo, individuato, come è noto, come Ospedale di riferimento per l'intera Area Sud

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