“Non bisogna mai focalizzarsi solo sui dati che focalizzano l’aumento della ricchezza dei modenesi senza analizzare l’andamento delle diverse fasce di reddito. Perché esiste in questa città, e non solo, un progressivo impoverimento dei lavoratori” ci diceva a inizio aprile, commentando i dati delle associazioni e alzandosi la palla. Ma chi sono i nuovi poveri? E come devono reagire, loro e i loro figli? Ed ecco puntuale la schiacciata: “Se quelle famiglie non arrivano a metà mese, e quei figli vedono che non si possono permettere neanche una pizza, figuriamoci abiti nuovi o l'ultimo modello di cellulare, e vedono invece i loro coetanei che si possono permettere tutto ciò che a loro è negato, cosa pensiamo che cresca dentro quei giovani?”Si stava parlando – almeno l’abbiamo intesa così – di sicurezza, dell’escalation di aggressioni baby gang e di come risolvere il problema. Ma per Mezzetti il problema non va risolto, anzi: pare quasi che sia utile e necessario per garantire il riequilibrio fra classi sociali. I poveri vengono a cercare i ricchi per riprendersi il maltolto.
Ma non cadremo nella trappola. Perché Mezzetti, da buon romanaccio, sotto una crescente pressione che evidentemente non vuole gestire - che fa già troppo caldo - e senza la copertura che si aspettava dall’assessore Alessandra Camporota, sta provando a buttarla in caciara con queste esternazioni polarizzanti.
Trascinando le opposizioni nell’ennesimo sterile dibattito nel quale gli altri lo insulteranno e i suoi – giocoforza - gli faranno quadrato intorno: tanto le ferie arrivano presto.Magath