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Sicurezza a Modena: per il sindaco i poveri aggrediscono i ricchi per riprendersi il maltolto

Sicurezza a Modena: per il sindaco i poveri aggrediscono i ricchi per riprendersi il maltolto
Sicurezza a Modena: per il sindaco i poveri aggrediscono i ricchi per riprendersi il maltolto

Forse Mezzetti, da buon romanaccio, sotto una crescente pressione che evidentemente non vuole gestire, la vuole buttare in caciara

Forse Mezzetti, da buon romanaccio, sotto una crescente pressione che evidentemente non vuole gestire, la vuole buttare in caciara


3 minuti di lettura

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L’ha presa larga. Ma alla fine c’è arrivato, Massimo Mezzetti, là dove voleva portarci.
“Non bisogna mai focalizzarsi solo sui dati che focalizzano l’aumento della ricchezza dei modenesi senza analizzare l’andamento delle diverse fasce di reddito. Perché esiste in questa città, e non solo, un progressivo impoverimento dei lavoratori” ci diceva a inizio aprile, commentando i dati delle associazioni e alzandosi la palla. Ma chi sono i nuovi poveri? E come devono reagire, loro e i loro figli? Ed ecco puntuale la schiacciata: “Se quelle famiglie non arrivano a metà mese, e quei figli vedono che non si possono permettere neanche una pizza, figuriamoci abiti nuovi o l'ultimo modello di cellulare, e vedono invece i loro coetanei che si possono permettere tutto ciò che a loro è negato, cosa pensiamo che cresca dentro quei giovani?”Si stava parlando – almeno l’abbiamo intesa così – di sicurezza, dell’escalation di aggressioni baby gang e di come risolvere il problema. Ma per Mezzetti il problema non va risolto, anzi: pare quasi che sia utile e necessario per garantire il riequilibrio fra classi sociali. I poveri vengono a cercare i ricchi per riprendersi il maltolto.
Perché “il senso di rivalsa sociale sfocia in aggressioni che non a caso avvengono sempre più spesso nei centri storici, non nelle periferie, perché lì è più manifesta la ricchezza che a quei giovani è negata”. L’aggressione al coetaneo è il nuovo “esproprio proletario” – sì, ha detto anche questo.Potremmo cadere nella trappola di Mezzetti. Opporci al suo pensiero da filosofo ideologo sessantottino. Parlando di quei pasciuti stranieri nullafacenti, ben vestiti e con l’iPhone, sfreccianti in monopattino e appoggiati a ogni angolo di ogni centro storico della provincia. Di giovani figli di operai – mica gente da 120'000 euro all’anno - con cellulari scassati da due lire, costretti a recarsi a scuola in bus e costretti a aspettare quel bus sotto una tenda-recinto, perché fuori dalla tenda-recinto ci sono gli stranieri che li rapinano dei soldi della merenda, menando pure forte. Di stranieri che assaltano diciassettenni sulla ciclabile per prendere la loro verginità, altro che cellulare. Di donne di 65 anni quasi ammazzate perché non volevano farsi stuprare da stranieri non di certo coetanei. Potremmo voler chiedere a Mezzetti quale sia esattamente l’odio sociale represso in tutti questi episodi.O potremmo abboccare scendendo ancora più in basso: tirando fuori le “percezioni errate”, le “colpe del governo che non alza il livello della questura”, “gli organici fermi”, “i minori non accompagnati che arrivano tutti a Modena”, e tutte le sue giustificazioni di questo ultimo anno.

Ma non cadremo nella trappola. Perché Mezzetti, da buon romanaccio, sotto una crescente pressione che evidentemente non vuole gestire - che fa già troppo caldo - e senza la copertura che si aspettava dall’assessore Alessandra Camporota, sta provando a buttarla in caciara con queste esternazioni polarizzanti.
Trascinando le opposizioni nell’ennesimo sterile dibattito nel quale gli altri lo insulteranno e i suoi – giocoforza - gli faranno quadrato intorno: tanto le ferie arrivano presto.Magath
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Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della testata.  Ci sono...   

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