Le
affermazioni dell’assessore Carla Ferrari sulla stampa di oggi meritano puntuali contestazioni.Primo. Non è assolutamente vero che la disciplina urbanistica non sia modificata radicalmente dai provvedimenti in discussione: ci sono un nuovo quartiere da 260 abitazioni al Villaggio Zeta, tredici ville su un’area che dovrebbe invece sanare la grave carenza di verde alla Sacca, la radicale trasformazione del Direzionale Manfredini, detto Alcatraz, che assolutamente non sono previsti dal PUG (né è lecito che lo siano), ma che con la stipula dei relativi accordi operativi costituiranno radicali innovazioni della disciplina urbanistica oggi vigente.Secondo. Non è vero che nulla sia stato nascosto dall’amministrazione comunale: al contrario, tutto quello che si sarebbe dovuto conoscere è rimasto occulto fino alla scorsa settimana e ancora in parte lo è. Nella conferenza stampa del 3 settembre l’assessore presentò immagini delle proposte, ma ne tenne nascosti i contenuti: un po’ come mostrare la copertina di un libro, ma impedire di aprirlo. E in realtà nemmeno oggi le proposte progettuali sono davvero note: ne conosciamo solo quanto è riferito dalla relazione degli uffici.Se si fosse invece seguito il normale procedimento che dal 1942 (XX E.F.) regola la formazione e la modificazione di piani urbanistici, l’intera documentazione presentata con le proposte avrebbe dovuto essere tenuta per due mesi a disposizione del pubblico, con suo diritto di presentare osservazioni.
Ora invece si pretende che il consiglio decida immediatamente su questioni di massima importanza, senza aver dato udienza ad alcuno.Terzo. Non è vero che Italia Nostra “adombri” l'idea di procedure poco chiare, come dice l’assessore: è pienissima, solare la luce con cui Italia Nostra denuncia all’opinione pubblica (come già fece con la precedente amministrazione) una procedura che senza ragione alcuna ha sottratto alla cittadinanza il diritto di conoscere e valutare proposte di trasformazioni urbane di importanza straordinaria, certo non inferiore alle alberature e alle ciclabili suggerite dal percorso partecipato “Sei la mia città”, e che adesso chiede al consiglio di approvarle senza avere dato udienza alcuna alla città.Parimenti, Italia Nostra denuncia apertamente come inammissibile la pretesa che il consiglio ne deliberi l’approvazione dopo soli tredici giorni dalla loro sommaria presentazione alla commissione consiliare: non c’è motivo di tanta fretta, non c’è scadenza alcuna. Perché non dar tempo ai consiglieri di studiare a fondo il centinaio di pagine della relazione degli uffici, di vedere la documentazione originale presentata dai proponenti, di consultarsi liberamente sulle opportunità di interventi che condizionano anche le linee di politica urbana, abitativa, sociale per il futuro?
Perché tanta fretta di far assumere al consiglio decisioni di fatto irrevocabili?Sì, si tratta di decisioni di fatto irrevocabili, checché se ne dica e cavilli: con un voto positivo, lunedì prossimo il consiglio riconoscerebbe l’interesse pubblico di sei proposte su sette, e attesterebbe che sono state valutate dagli uffici con estrema attenzione e dovizia di analisi e che formalmente hanno tutti i contenuti di sostanza prescritti dalla legge per la definizione degli accordi operativi.Quando, fra alcuni mesi, il consiglio fosse chiamato al voto conclusivo su ciascuno di questi accordi operativi, come potrebbe smentirsi e revocare una propria precedente incauta approvazione, se convinto da osservazioni e voci di dissenso? Qualcuno può credere che in questo caso, vedendo sfumare attesi lucri di decine di milioni di euro, i privati non muoverebbero battaglioni di avvocati, in terroristiche cause milionarie contro l’amministrazione, e anche contro i consiglieri saviamente ravveduti?Perché tanta fretta?
Il Comitato direttivo Italia Nostra Modena