Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'Siamo stanchi di essere aggrediti sempre più spesso nel corso della nostra attività, ma soprattutto siamo stanchi di dovere pagare di tasca nostra la difesa nei confronti di deliquenti e criminali che sempre più spesso ci denunciano anche solo nelle speranza di potere bilanciare in sede di giudizio dei fatti contestate, le accuse nei loro confronti. Chiediamo che lo Stato per il quale prestiamo servizio nella nostra attività quotidiana, ci tuteli'
E' il grido che questa mattina si è levato da piazza del Popolo a Roma nel corso della manifestazione nazionale “Basta aggressioni agli uomini in divisa”, organizzata dal Sap, Sindacato Autonomo di Polizia, insieme al SAPPE della Polizia Penitenziaria, al SIM Carabinieri, al SIM Guardia di Finanza e al CONAPO dei Vigili del Fuoco.
Tra i partecipanti arrivati da tutta Italia c'era anche la delegazione modenese del Sap, Guidata da Otto Orfello che La Pressa ha raggiunto telefonicamente nel corso della manifestazione.
'Si tratta di situazioni intollerabili che si inquadrano in una serie di progetti naufragati per la nostra difesa. Rispetto al problema delle aggressioni è naufragato il piano per la dotazione di teaser, e capita di essere non solo aggrediti ma anche di essere denunciati dagli stessi aggressori. Denunce che comportano per noi spese legali dirette come se i fatti contestati riguardassero la la nostra vita privata e non l'espletamento del nostro lavoro al servizio dello Stato della sicurezza dei cittadini' - afferma Orfello
'A Modena abbiamo almeno due agenti al mese con più di 25 giorni di prognosi a seguito di aggressioni dolose subite e cagionate nel corso dell'espletamento della propria attività. Un numero alto. Pensiamo che si tratta di unità che vengono poi sottratte al loro lavoro, anche se il problema più grave e grande è quello di affrontare un supplizio giudiziario e spessp anche mediatico, a cui siamo costretti ogni volta che ogni sciocco decide di bilanciare il suo rapporto con lo Stato presentando una denuncia contro gli agenti.
Ciò crea non solo problemi legati alla spesa per difenderci e pagarci l'avvocato, ma determina anche stop agli avanzamenti di carriera.
Non vogliamo privilegi, chiediamo soltanto che lo stato ci aiuti e ci tuteli su questo piano. Se poi dal giudizio emerge che ci sono delle responsabilità personali e l'agente ha sbagliato nello svolgere il proprio lavoro, allora è giusto che ognuno paghi ma non si può partire dalla presunzione che la colpa sia dell'agente di polizia. Si deve partire dal convincimento che chi svolge questo mestiere lo fa per passione, perché ci crede e svolge un servizio per la comunità. Deve passare il principio che nell'espletamento del proprio lavoro un agente è al servizio dello stato e dallo Stato deve essere difeso'
Gi.Ga.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>