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Sono circa 150 i partecipanti, dei quali ottantuno studentesse e studenti delle scuole secondarie di secondo grado toscane con venticinque professori, a rappresentare 21 istituti della Toscana, che hanno visitato il Campo di Fossoli e il Museo Monumento al Deportato di Carpi, tra le tappe dei quattro giorni del viaggio della Memoria promosso da Regione Toscana e Fondazione ‘Museo della Deportazione e della Resistenza’ di Prato.
Con loro Ugo Caffaz, che ventitré anni fa ha fatto nascere il Treno toscano della Memoria, e i rappresentanti della Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza - Luoghi della Memoria Toscana, che ha organizzato il pellegrinaggio, e degli altri Istituti storici toscani della Resistenza e dell'Età contemporanea, della comunità ebraica, delle associazioni antifasciste e della Resistenza toscane, come l'Anpi, l’Aned, l’Anei, l’Anfim.
Con gli studenti, in rappresentanza della Regione Toscana, anche l’assessora a Istruzione e Cultura della Memoria Alessandra Nardini.
Ad accoglierli, insieme alle guide che hanno poi consentito di effettuare le visite guidate, la presidente della Fondazione Fossoli Mauela Ghizzoni.
Le sorelle Andra e Tatiana Bucci assieme al cugino Sergio De Simone, anch'egli deportato ad Auschwitz
Insieme a studenti e docenti, anche Andra Bucci, sopravvissuta ad Auschwitz, dove, insieme alla sorella Tatiana e alla madre, furono deportate nell’aprile del 1944, all’età di 4 e 6 anni, scampando alla Shoah – a differenza di quasi tutti gli almeno 230mila bambini (dei quali 776 italiani) passati per quel Campo - per una serie di fortunatissime coincidenze.Tra queste, il fatto di essere scambiate, Andra e Tatiana, per gemelle, e non essere dunque inviate, come succedeva nella stragrande maggioranza dei casi, alle camere a gas immediatamente dopo l’arrivo: la loro grande somiglianza le fece selezionare per i terribili e letali esperimenti che i ‘medici’ del campo, guidati da famigerato Josef Mengele, conducevano sui prigionieri. Fortunatamente scamparono a questa sorte, e oggi sono tra le ultime testimoni dirette dell’orrore della macchina di sterminio nazista.
'Agli studenti – ha commentato Andra Bucci – dico sempre che è importante formarsi una propria idea, senza farsi influenzare da chi vorrebbe confonderli. In quanto a me, potrà sembrare paradossale, ma più invecchio più avverto il fardello della testimonianza, e il peso della memoria si fa, paradossalmente, più arduo da portare. Tuttavia sento di dover proseguire, perché su migliaia di semi gettati, qualcosa germoglia. Come lo studente torinese che mi disse di essersi interessato alla storia del Novecento, che prima non conosceva e rispetto alla quale non aveva interesse, dopo aver ascoltato la mia testimonianza. Dunque ricordare e testimoniare serve, e dobbiamo continuare a farlo'.
Redazione Pressa
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