Area Nord, sanità pubblica regionale in grave crisi, avanza il privato
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Area Nord, sanità pubblica regionale in grave crisi, avanza il privato

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Carenza di personale per la mancata programmazione dei fabbisogni, risorse destinate più alle strutture che alle specializzazioni, ritardi nella realizzazione delle case di salute e delle strutture di prossimità. Il quadro della CGIL riunita ieri in assemblea


Area Nord, sanità pubblica regionale in grave crisi, avanza il privato
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L'Assemblea Territoriale Confederale della Cgil dell’Area Nord Modenese, composta da 65 tra delegati aziendali e attivisti, si è riunita ieri, venerdì 16 giugno, per fare il punto sulla sanità pubblica nel territorio.
Il quadro che ne esce, descritto da chi deve rivolgersi al medico di famiglia, chi deve prenotare visite specialistiche, chi opera nelle strutture sanitarie e chi si è interfacciato con i dirigenti sanitari nei Comitati Consultivi Misti, è di una situazione della sistema sanitario regionale di grave crisi. 

Di seguito i principali motivi elencati dall'assemblea:

- la mancata programmazione del fabbisogno di medici, infermieri e personale socio-sanitario, sta accelerando la chiusura dei reparti (es. punto nascite di Mirandola) e il crollo della presenza dei Medici di Medicina Generale sul territorio;
- gli stanziamenti previsti sul territorio (circa 30 milioni dalla Regione più 3,6 milioni dal Pnrr) sembrano prevalentemente destinati alla manutenzione e all’ammodernamento, più che alla qualificazione e alla specializzazione delle strutture, come l’ospedale di Mirandola;
- l'avanzamento delle strutture “territoriali” (Case di Comunità, Centrali Operative Territoriali, ecc...), e la permanenza di un grosso problema di ritardi nella loro realizzazione (es. Casa di Comunità di Finale Emilia, Hospice di San Possidonio, ecc...) e c’è il rischio che non ci sia personale qualificato a sufficienza per farle funzionare. C’è inoltre il rischio, come in altre regioni, che le strutture vengano costruite con i fondi pubblici, ma che poi vengano occupate da centri medici privati.

Il tutto in un contesto di previsti tagli alla spesa sanitaria nazionale, che l’ultimo Documento di programmazione economica porterà al 6,2% del Pil (contro la media europea del 7,9%) e il mancato trasferimento dallo Stato alla Regione delle spese-Covid, stanno provocando un progressivo depauperamento del servizio sanitario pubblico in tutti i territori, compresa la Bassa Modenese;

“La prospettiva per il territorio – dichiarano Marco Bottura coordinatore Cgil Area Nord e Massimo Tassinari coordinatore sindacato pensionati Spi-Cgil Area Nord Modenese, è quella di avere da una parte una sanità pubblica sempre più in difficoltà a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, dall’altra una sanità privata che lentamente va in sostituzione dei servizi di specialistica e di prevenzione, ma con le logiche di mercato, cioè concentrandosi sulle aree redditizie e offrendo servizi a chi può permetterseli”.

Sul territorio Cgil e Spi dell’Area Nord Modenese rivendicano la garanzia degli investimenti in spesa corrente per il personale e, in particolare, sottolineano come l’Ospedale di Mirandola deve essere al centro della rete assistenziale della Bassa Modenese con investimenti in tecnologie, strutture e personale a livello degli altri ospedali.
Il prossimo sabato 24 giugno la Cgil, insieme ad altre 60 associazioni di volontariato, sarà a Roma per manifestare contro i tagli alla spesa sanitaria e la privatizzazione del sistema sanitario, quindi a favore di una una sanità pubblica, universale e gratuita per tutti i cittadini.


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