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Chirurgia a Modena, 15 anni col Robot Da Vinci: 1100 interventi

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Una storia in evoluzione. La chirurgia mini-invasiva importante anche nella ripresa dopo la pandemia


Chirurgia a Modena, 15 anni col Robot Da Vinci: 1100 interventi
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Quindici anni di attività con il Robot Da Vinci e 1136 interventi. Questo il bilancio della Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale Civile di Baggiovara dal 2005, spaziando su molte tecniche, di cui Modena è diventata capofila a livello internazionale. Negli anni a Baggiovara è cresciuta una vera e propria piattaforma robotica che ha permesso il più ottimale utilizzo della tecnologia da parte di altre specialità di tutte e due gli Ospedali dell’Azienda, Civile e Policlinico: Urologia, Ginecologia, Chirurgia epato-bilio-pancreatica, donazione d’organi da vivente. Questo ha permesso anche di eseguire diversi interventi multidisciplinari robotici, soprattutto con l’equipe urologia (diretta dal professor Bernardo Rocco) e ginecologica (dottor Carlo Alboni) per doppie localizzazioni tumorali con enormi benefici per il paziente. L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è impegnata a consolidare la sua posizione di punto di riferimento nella chirurgia robotica sia in campo clinico che didattico.

Quella della chirurgia robotica all’Ospedale Civile è una storia di grande innovazione. “Dal settembre 2010, quando proprio a Modena è stata eseguita la prima tiroidectomia robotica trans-ascellare in Italia, abbiamo operato oltre 500 pazienti con questa tecnica per patologia tiroidea e paratiroidea - afferma la dottoressa Micaela Piccoli, Direttore della Chirurgia Generale, d’Urgenza e Nuove Tecnologie dell’Ospedale Civile di Baggiovara. – Abbiamo sviluppato un retrattore, oggi utilizzato in tutto il mondo che porta il nome della nostra città “Modena retractor”. Modena ha inoltre fatto Scuola, in Italia e all’Estero, facendo partire numerosi centri dando il proprio supporto come tutoraggio. Lo scorso anno è stato pubblicato, su una prestigiosa rivista internazionale, il primo articolo con la maggiore casistica pubblicata fino ad oggi nel mondo occidentale” Questo sempre grazie ad una valutazione multidisciplinare del paziente che vede chirurghi ed endocrinologi lavorare in sinergia.

“Era in programma un evento per festeggiare tale risultato, che ovviamente, per i motivi contingenti attuali, legati alla pandemia ancora in corso, non sarà possibile realizzare nel breve periodo. Ci riserviamo quindi di raggiungere il traguardo dei 1500 pazienti per festeggiarli insieme alla comunità chirurgica e alla città di Modena, che ha condiviso con noi questo percorso arduo ma denso di soddisfazioni “. Spiega la dottoressa Piccoli.

“È sicuramente un grosso avanzamento tecnologico che consente l’effettuazione della tiroidectomia senza lasciare nessuna traccia cicatriziale sul collo, che molti pazienti gradiscono particolarmente e che è caratterizzante l’endocrino-chirurgia modenese” sottolinea la professoressa Manuela Simoni, Direttore dell’UOC di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliera di Modena.
“Nell’ambito della chirurgia endocrina - afferma la dottoressa Barbara Mullineris, responsabile dell’UO semplice di Endocrinochirurgia, all’interno della UOC di chirurgia Generale di Baggiovara - partendo da una grande esperienza di chirurgia laparoscopica in questo campo, dal 2011 abbiamo eseguito circa 80 surrenalectomie robotiche su pazienti affetti da patologia surrenalica benigna o maligna. Il robot è stato utilizzato nei casi più complessi dove offre i maggior vantaggi, rispetto alla semplice laparoscopia che mantiene il suo valore nei casi più semplici”.
“Nel 2013 - continua la dottoressa Piccoli - abbiamo eseguito il primo intervento al mondo di resezione di un diverticolo dell’esofago cervicale per via trans-ascellare robotica. A tutt’oggi sono 18 i pazienti operati con questa tecnica, che rappresentano ancora la maggiore casistica eseguita al mondo con ottimi risultati. La collaborazione con il Servizio di Endoscopia diretto dalla dott.ssa Rita Conigliaro, ha portato ad elaborare anche un protocollo per le corrette indicazioni tra un approccio totalmente endoscopico versus il chirurgico, seppur mini-invasivo”.
Oltre 250 pazienti sono stati trattati, fin dal 2006, per via robotica transaddominale per la patologia della chirurgia del reflusso gastroesofageo, dell’acalasia e delle ernie jatali con enormi benefici in termini di facilità nelle dissezioni chirurgiche e soprattutto nel decorso postoperatorio. Anche in questo campo la collaborazione con il Servizio di Endoscopia ha permesso di confrontarci sulle emergenti indicazioni totalmente endoscopiche. “Infatti, negli ultimi due anni - afferma la dottoresa Rita Conigliaro - abbiamo introdotto anche un nuovo approccio totalmente endoscopico al trattamento dell’acalasia. Questo approccio sta dando buoni risultati anche nel tempo e permette di dare una risposta efficace, poco invasiva e competitiva con quella tradizionale”.
“Dal 2014 - continua la Piccoli - abbiamo iniziato ad eseguire anche interventi di resezione gastrica robotica (oltre 50 casi operati) per tumore; questo è stato reso possibile dalla centralizzazione della patologia oncologica dello stomaco che permette di ottenere un volume di attività tale da porre le corrette indicazioni”.
“La chirurgia colo-rettale, con oltre 150 casi trattati per via robotica - dice il dott. Vincenzo Trapani membro dell’equipe chirurgica di Baggiovara - rappresenta una fetta importante della torta, in una realtà comunque che utilizza l’approccio mini-invasivo laparoscopico in oltre il 70% dei casi. L’approccio robotico viene riservato alla chirurgia del retto e del colon destro”.

Il resto dell’attività ha compreso interventi di ricostruzione della parete addominale e di chirurgia epato-bilio-pancreatica, grazie anche ad una grande esperienza, soprattutto sulle resezioni pancreatiche distali laparoscopiche per patologia prevalentemente endocrina, che nasce dal lontano 1999 e che ha portato ad uno dei primi articoli su “Annals of Surgery”, ancora oggi citato in nei lavori successivi di tutto il mondo.
“Il numero degli interventi eseguiti – aggiunge la dottoressa Piccoli - la Piccoli ha permesso di formare al proprio interno diversi chirurghi capaci oggi di portare a termine un intervento robotico in modo autonomo. La dott.ssa Mullineris ed il dott. Trapani ne sono un esempio, ma non posso tralasciare il dott. Giovanni Colli, la dott.ssa Fouzia Mecheri ed il dott. Davide Gozzo, che condividono con il gruppo skill e passione. I chirurghi più giovani e gli specializzandi che afferiscono alla Chirurgia di Baggiovara provenienti prevalentemente dall’Università di Modena, hanno inoltre la possibilità di approcciare tutte le tecniche mini-invasive durante il loro percorso formativo, compresa la robotica. Non bisogna, però, mai dimenticare il significato di “Scuola Chirurgica” in cui la trasmissione del Know-How comprende senza dubbio la tecnica e l’utilizzo della tecnologia ma ancor di più passione, rispetto ed etica nei rapporti tra colleghi e con i pazienti”.

Redazione Pressa
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