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'La variante indiana ha una contagiosità maggiore rispetto a quella inglese, ma la stragrande maggioranza di coloro che nel Regno Unito sono stati ricoverati a causa della variante indiana non aveva fatto il vaccino. Molti avevano fatto una sola dose. Una parte minoritaria aveva completato il ciclo vaccinale. Il fatto che uno possa prendersi il virus pur avendo completato il ciclo vaccinale è una possibilità, perché non tutti rispondiamo alla stessa maniera, e poi bisogna vedere quando questi pazienti avevano fatto la seconda dose. Questa situazione ci insegna che dobbiamo correre e continuare a fare i richiami e concludere la campagna vaccinale'. A parlare è Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’imprenditore e gli altri”, condotta dal fondatore dell’UniCusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv.
Sul caso Astrazeneca ha dichiarato: 'I vaccini a vettore virale, soprattutto Astrazeneca, nelle fasce d’età più giovani hanno mostrato dei limiti che sono legati ad una complicanza che, sebbene rarissima, esiste soprattutto nei soggetti più giovani di sesso femminile'.
'Una complicanza che, pur rimanendo molto rara, è venuta crescendo quando si è utilizzato nelle persone più giovani, può accadere anche con la seconda dose nonostante il rischio sia ancora più basso, circa un caso su 600mila. Se tu hai altri vaccini disponibili che non hanno questa complicanza e la circolazione del virus è molto più bassa, cerchi di fare delle restrizioni, che valgono per Astrazeneca e anche per J&J - chiude Sileri -. Leggendo bene il parere del Cts, io se fossi uno dei medici vaccinatori, avendo a disposizione altri vaccini, non farei né Astrazeneca né J&J ai più giovani. Abbiamo un numero di dosi di Pfizer e Moderna tale da riuscire a coprire tutta la popolazione'.
Redazione Pressa
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