Quattro dei 14 ragazzi sono stati rintracciati all’interno delle comunità di accoglienza e accompagnati dalla Polizia Locale presso la Questura di Modena: dopo i controlli di legge sono stati denunciati e nella stessa giornata per tre di loro, con diversi precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti, il Prefetto ha disposto l’espulsione dal territorio nazionale, che per uno si è anche risolta nell’immediato accompagnamento alla frontiera.
Gli altri dieci giovani non sono stati trovati perché si erano già spontaneamente allontanati dalle strutture di accoglienza, ma una volta rintracciati anche per loro si procederà penalmente per gli stessi reati di truffa ai danni dello Stato e di dichiarazione di false generalità.
Dall'età falsa ai falsi abbandoni: la realtà emersa dal 2019
Le truffe sull'identità dei minori (veri o presunti), stranieri finalizzata all'ottenimento di protezione ed accoglienza non riguardano solamente la falsa dichiarazione sull'età ma anche la falsa dichiarazione sullo stato di abbandono. Ovvero, minori che sono davvero tali ma che pur essendo stati accompagnati da figure di riferimento anche parentali presenti in Italia, vengono poi abbandonati, e fatti passare come 'non accompagnati'. Una realtà drammatica venuta alla luce anche attraverso il progetto “Minori stranieri non accompagnati e legalità”, avviato in via sperimentare dal Comune di Modena nel 2019. Un progetto che si avvale anche del coinvolgimento della Procura dei minori di Bologna.
Nel 2019 le 12 attività delegate di indagine condotte dall’Ufficio di Polizia Giudiziaria della Polizia Locale, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura, avevano fatto emergere che tutti i 12 minori coinvolti avevano simulato lo stato di abbandono, essendo presenti sul territorio familiari a cui in taluni casi hanno anche potuto essere riuniti.
Nel 2020 i risultati sono stati ancora più importanti: 26 sono state le attività d’indagine che hanno portato al deferimento all’Autorità giudiziaria di 23 minori per truffa ai danni dello Stato e per false dichiarazioni sull’identità personale.
In molti casi si è accertato che, in realtà, i minori erano stati accompagnati in Italia dai parenti, a volte dagli stessi genitori, per essere inseriti quali minori stranieri non accompagnati all'interno del sistema dell’accoglienza. In molti casi, parenti e figure di riferimento erano dunque residenti in Italia; gli accompagnatori sono stati a loro volta denunciati per concorso nella truffa ai danni dello Stato e per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e si è riusciti, in vari casi, ad affidare il minore al parente presente sul suolo nazionale.
Il progetto continua
L’obiettivo principale è affrontare il fenomeno di minori stranieri qualificati come Msna, e quindi in carico dai Servizi sociali comunali come previsto dalla legge, per i quali sono invece presenti sul territorio nazionale parenti o figure di riferimento. In altri casi il minore è in realtà maggiorenne e ha simulato la minore età per evitare i provvedimenti di espulsione e usufruire dei servizi di accoglienza.
Lo status di minore accompagnato è in ogni caso assunto impropriamente, così come il trattamento erogato, dall’accoglienza a tutta l’assistenza di cui invece ha diritto, secondo il diritto nazionale e internazionale, il minore in stato di abbandono.
Il progetto ha pertanto una duplice finalità di promozione e garanzia del principio di legalità nel più ampio sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati e di tutela dei rapporti affettivi del ragazzo nella misura in cui si riesce a garantire il ricongiungimento familiare quando si tratta di minorenni per i quali si riescono a rintracciare parenti presenti sul territorio nazionale.