In inceneritore anche i fanghi fognari: Arpae, perplessa, autorizza

Hera ha ottenuto una ulteriore integrazione all'elenco dei rifiuti da incenerire, e nell'ultimo report sono già centinaia le tonnellate conferite.
Sono 285, dal 1° gennaio al mese di maggio di quest'anno (ultimo dato disponibile), le tonnellate di fanghi derivanti dalla depurazione delle acque reflue urbane conferite all'inceneritore Hera di via Cavazza, a Modena. Questo genere di rifiuto, particolare per i rischi connessi all'emissione in atmosfera, a seguito della combustione, di numerosi metalli, e identificato dal codice EER 19 08 05, è infatti una new entry nella tipologia sempre più ampia dei rifiuti conferibili nel super-inceneritore di Modena. Un elenco che Hera avrebbe voluto estendere anche ai fanghi derivanti della depurazione delle acque industriali, ma che Arpae, valutandone i rischi e il bilanciamento rischio beneficio connesso all'incenerimento, non ha autorizzato.
In realtà nemmeno l'autorizzazione ad incenerire fanghi di depurazione di acque urbane ha avuto un percorso facile. Perché prima di arrivare all'attuale via libera (vincolato ad una serie di raccomandazioni), Arpae ne ha respinte due.
'Una procedura - specificò Arpae nella motivazione alla base della bocciatura - che appare del tutto soggettiva ed in alcun modo verificabile; questa modalità non fornisce sufficienti garanzie rispetto a possibili oscillazioni dell’efficienza di combustione che potrebbero risultare critiche oltre al possibile presentarsi di variazioni dei parametri emissivi'. Ma le perplessità e le motivazioni di Arpae alla base della mancata autorizzazione erano anche legate allo 'stato fisico dei rifiuti che potrebbe creare problemi alla griglia mobile di avanzamento rifiuti', e anche alla 'significativa presenza nei fanghi di metalli (Cadmio, Mercurio,Nichel, Piombo, Cromo, ecc..) non confacente sia in uso in agricoltura ma nemmeno alla termovalorizzazione'.
Ricordando che 'nel corso degli anni si è rilevato che il contenuto di metalli nell’emissione del termovalorizzatore rappresenta uno dei parametri più critici, raggiungendo il 50% circa della capacità emissiva'
Ma Hera non si è data per vinta e nel luglio dello stesso anno, ha presentato una nuova richiesta di autorizzazione per potere bruciare i fanghi. Inserendo, affinché la richiesta andasse a buon fine, numerose limitazioni imposte da Arpae. Limitando i fanghi a quelli derivanti dalla depurazione delle acque reflue urbane (e non a quelle industriali), ad una quantità massima di 200 tonnellate settimanali e 6300 tonnellate annuali e, fino al 31 dicembre 2021, derivanti dal solo bacino della provincia di Modena. Che per quanto riguarda il bacino Hera di riferimento si concentra, per i fanghi, in quello di Modena e Sassuolo, ovvero a 19.500 tonnellate all'anno e attualmente per il 43 % circa destinati a smaltimento in discarica.
Per fornire garanzie rispetto all'impatto dell'incenerimento dei fanghi Hera si è impegnata ad installare un impianto di 'deferizzazione', per separare i metalli presenti, assicurando che 'l’alimentazione dei fanghi nel termovalorizzatore di Modena non indurrà variazioni in termini di flusso di massa di metalli pesanti in ingresso al forno rispetto allo stato attuale e quindi nelle emissioni in atmosfera dell’impianto e si provvederà a programmare i flussi di fanghi in ingresso al termovalorizzatore di Modena in maniera da potere assicurare un conferimento il più possibile costante nel tempo'. Da qui il milite delle 200 tonnellate settimanali.
Garanzie che, in attesa delle opportune verifiche, non dissipano le dichiarate perplessità di Hera. Perplessità - leggiamo nel report 'rispetto all’inserimento dei fanghi nel termovalorizzatore in quanto trattamento termico di sostanze / rifiuti a basso carico organico e ad alto contenuto acquoso non appare una scelta tecnica da privilegiare'
Considerazioni e perplessità che inducono Arpae ad introdurre una fase di sperimentazione della nuova situazione da attuare per un tempo significativo al fine di rodare la procedura di miscelazione in fossa e la sua effettiva applicabilità.
Come dire, la procedura per l'incenerimento dei fanghi ed il relativo impatto è da controllare e verificare, privilegiando fanghi a chilometro zero. Ma nel frattempo, via libera, nella prospettiva comunque concessa in linea di indirizzo (a questo punto e sulla base delle considerazioni e delle perplessità elencate difficile capire su quali basi) di dare il via libera, dopo il 31 dicembre 2021, anche ai bacini extraprovinciali la raccolta di fanghi da conferire all'inceneritore di Modena. In una corsa costante alla definizione e al superamento delle soglie imposte che sembra essere ormai diventata la regole e non l'eccezione per l'inceneritore di Modena, come dimostra la recente eliminazione della soglia della quantità di rifiuti speciali conferibili ogni anno, e di cui La Pressa ha ampiamente raccontato.
Gi.Ga.

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