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Nell'immagine scattata domenica scorsa della risorgiva senza movimento, sul fondo di uno dei bacini di cava nell'area delle casse di espansione del Panaro senza acqua da luglio scorso, mostrava ancora una volta l'abbassamento della falda, da mesi non più in grado di alimentare i laghi che da sempre costituiscono l'ambiente delle casse di espansione. Lo avevamo visto e documentato su quelle del fiume Secchia, così come in quelle del fiume Panaro. Segno di una siccità che oltre a portare a scenari anomali in estate, si mostra anche nella stagione autunnale, anche quando l'acqua, dopo mesi, in questi giorni, ed in particolare nelle ultime 12 ore, scende abbandante.
Osservando questa mattina i livelli idrometrici misurati dalla rete di monitoraggio Arpae del territorio regionale e del complesso nodo idraulico modenese, è immediato notare che a differenza di analoghe condizioni negli scorsi anni, i livelli dei fiumi, dei torrenti, dei canali, sia a monte che a valle delle casse di espansione, sono ancora, dopo più di dodici ore di precipitazioni piovose, a livello minimo.
Come se nulla fosse successo. Come se non fosse caduta nemmeno una goccia di pioggia. Ad incrementare ciò c'è anche da considerare il fatto che al di sopra dei 900 metri anziché pioggia è scesa neve e questo ha ridotto il flusso di acqua diretta a valle. Al netto di ciò la terra, bisognosa di acqua da mesi, e le falde scariche, pare stiano assorbendo quella caduta in queste ore. Un accenno di graduale innalzamento si è iniziato a misurare intorno alle 11, ma ancora lontano, lontanissimo dai primi e minimi livelli di allerta che siamo abituati, soprattutto sul Secchia, a raggiungere in breve.
Redazione Pressa
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