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La della carenza di medici di medicina generale è un problema che si aggiunge al problema dell'emergenza pandemica. Tra pensionamenti, dimissioni, sospensioni, mancato turn-over unito allo storico nodo del numero chiuso in ingresso alle facoltà, si è arrivati al dunque, con interi territori, soprattutto di provincia, sguarniti. Un problema che pare strutturale e che nell'immediato non può che ricevere interventi emergenziali. In questo orizzonte si inserisce il provvedimento disposto dalla Regione che porta da 500 a 650 il numero massimo di pazienti assistiti dai medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale ai quali è stato conferito un incarico temporaneo.
Una possibilità, quella di incrementare fino al 30% il massimale degli assistiti previsto per questi medici corsisti, offerta alle Regioni dallo stesso Accordo Collettivo Nazionale (del 18 giugno 2020) che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale.
E che l’Emilia-Romagna, d’accordo con i sindacati, ha quindi deciso di sfruttare.
A questo scopo la Giunta ha approvato la sottoscrizione di una specifica intesa che è stata siglata in questi giorni tra l’assessorato alle Politiche per la salute (Direzione generale) e le Organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale Fimmg, Snami e Smi.
“Da anni siamo impegnati a fronteggiare il tema della carenza di medici di famiglia, che purtroppo riguarda l’intero Paese e che richiede una soluzione sovraregionale - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Lo facciamo aumentando di anno in anno le risorse per garantire più posti ai corsi di formazione triennale in medicina generale e utilizzando tutte le possibilità che abbiamo. L’intesa con i sindacati va proprio in questa direzione: estendere ulteriormente la platea dei pazienti che i medici corsisti in medicina generale possono assistere.
Decisione certamente non risolutiva- aggiunge Donini- ma che permette di alleggerire l’attuale situazione di carenza di medici di assistenza primaria che le Aziende sanitarie si trovano ad affrontare con difficoltà, ogni anno, quando devono incaricare i professionisti per gli ambiti territoriali vacanti, a partire dalle zone più svantaggiate”.
Contenuti dell’intesa
L’intesa stabilisce dunque che per i medici frequentanti il corso di formazione specifica in medicina generale della Regione Emilia-Romagna ai quali è stato conferito un incarico temporaneo si applicherà il massimale di 650 pazienti, limitatamente al restante periodo di frequenza del corso.
Non solo, perché si sottolinea la necessità di orientarsi a una nuova organizzazione del corso attraverso la frequenza flessibile alle attività didattiche teoriche. A questo scopo la Regione e le Aziende sanitarie sedi del corso si impegnano, anche attraverso il contributo del Consiglio didattico regionale, ad assicurare la possibilità di partecipazione alla didattica teorica anche mediante strumenti telematici, per agevolare la partecipazione attiva dei medici che svolgono attività lavorativa anche dalle aree più periferiche del territorio regionale.
Redazione Pressa
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