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Ricoveri covid: 1 su 4 è vaccinato ma gravi solo soggetti anziani e fragili

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Il ricoverato più giovane in terapia intensiva al Policlinico ha 40 anni, non vaccinato, senza altre patologie. L'Azienda Ospedaliera: 'Irragionevole non vaccinarsi'


Ricoveri covid: 1 su 4 è vaccinato ma gravi solo soggetti anziani e fragili
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Vaccinarsi non significa immunizzarsi ma essere certi di ridurre gli effetti gravi che portano le persone in ospedale e in terapia intensiva dove arrivano si anche vaccinati ma solo appartenenti a categorie davvero fragili (anziani, pluripatologici).

Oggi sono 28 i pazienti ricoverati negli ospedali di Modena (Policlinico e Baggiovara) per le conseguenze dirette del Covid-19. A questi vanno aggiunte 10 persone ricoverate ed assistite per altre patologie, risultate positive al tampone di accesso in ospedale. Attualmente il 74% delle 28 persone assistite per COVID-19 presso l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, non è vaccinato. Il resto lo è, circa un quarto. Ma si tratta solo di persone estremamente fragili, anche per altre patologie. Qui sta la differenza fatta dai vaccini.

Se si considera il totale dei pazienti ricoverati per COVID dal 20 di luglio, ovvero 44 pazienti, l’età media è pari a 50,2 anni nei non vaccinati e 74,1 nei vaccinati.

L'età media delle persone ricoverate in terapia intensiva è di 77,6 anni per i vaccinati e di 54 anni per i pazienti non vaccinati. Il più giovane oggi ricoverato in terapia intensiva al Policlinico ha 40 anni, non è vaccinato e non ha altre patologie. Il più giovane tra i ricoverati a Modena è un 27enne non vaccinato.
'Non ha sviluppato sintomi gravi tali da obbligare alla terapia intensiva proprio in funzione dei suoi 27 anni' - sottolinea il Prof. Massimo Girardis, primario della Terapia Intensiva del Policlinico di Modena

“Questo dato – spiega il Direttore Generale dell’AOU di Modena dottor Claudio Vagnini – da un lato deve farci comprendere che non siamo ancora fuori dal guado e che è necessario continuare a prestare attenzione. In un contesto in cui la variante Delta è ormai maggioritaria e si diffonde con una contagiosità superiore alle altre varianti, i vaccini stanno dimostrando la loro efficacia nel mantenere basso il numero dei ricoveri.

I pazienti più gravi che abbiamo ricoverato sono soprattutto fragili o anziani e anche in questo caso il ruolo dei vaccini nel ridurre i rischi è decisivo. Il messaggio che mi sento di dare, quindi, è che il vaccino funziona ma che dobbiamo essere uniti per proteggere le categorie più fragili che, pur vaccinate, rimangono le più suscettibili al virus. Vacciniamoci, quindi, per proteggere gli altri oltre a noi stessi. Le autocertificazioni, il Green Pass, l’uso della mascherina, il distanziamento: sono tutte precauzioni che sostengono l’azione dei vaccini nel ridurre la circolazione del virus, soprattutto a tutela dei più fragili. Solo con l’azione combinata dei vaccini e dei comportamenti potremo convivere con questo virus che, purtroppo, non sembra destinato a scomparire in tempi brevi.”

In sostanza, il messaggio inviato questa mattina nel punto stampa organizzato al Policlinico con i Direttori dell'Azienda ospedaliera e della Terapia Intensiva del Policlinico è, vaccinatevi perchè vaccinandosi il rischio per tutte le fasce di età e di pazienti di finire in ospedale e in terapia intensiva è enormemente ridotto.

'Senza l'effetto dei vaccini i ricoveri anche in terapia intensiva, di fronte alla variante Delta più contagiosa e più forte, sarebbero molto di più di quelli che registriamo oggi ma il fatto che dopo tanto tempo voi giornalisti siate di nuovo qui ad incontrare un rianimatore che ha nuovamente a contatto con pazienti covid, non è un bel segnale' - commenta il prof. Massimo Girardis, Direttore della Terapia Intensiva del Policlinico e professore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

'Come indicato dalla recente letteratura scientifica, il vaccino è efficace anche contro la variante delta nel ridurre lo sviluppo della forma più grave della malattia e, quindi, il ricovero in ospedale. Le percentuali di efficacia osservate oscillano tra l’70% e il 90%. Questo vuol dire che i vaccinati, se anche si infettano, hanno una probabilità molto bassa di avere malattia e, fatto molto importante, il virus resta nel loro organismo per molti meno giorni rispetto ad un paziente non vaccinato, e quindi hanno una probabilità minore di trasmissione l’infezione. È però fondamentale evidenziare che il vaccino lavora al meglio su un organismo il cui sistema immunitario è in grado di creare una risposta anticorpale: in pazienti con uno stato di immunocompromissione il vaccino può avere un’efficacia più limitata. Il dato dei pazienti vaccinati che vengono ricoverati in ospedale, quindi, va letto alla luce di queste considerazioni. La variante Delta è molto più contagiosa rispetto al virus originale ed alle altre varianti, ma per ora non sembra presentare quadri clinici più gravi, con circa il 20% dei pazienti ricoverati in Ospedale che necessitano di ricovero in terapia intensiva. Per fortuna, però, grazie proprio alla vaccinazione, il dato dei ricoveri è molto più basso'

'Purtroppo - prosegue Girardis - la ricerca non è ancora riuscita ad identificare terapie specifiche antivirali che possano limitare le conseguenze dell’infezione, soprattutto quelle più gravi, e, quindi, prevenire l’infezione attraverso norme di buon comportamento, incluso l’uso delle mascherine, e la vaccinazione rimangono ancora oggi le strategie più importanti a nostra disposizione. La vaccinazione, quindi, è davvero l’arma più importante che abbiamo oggi a disposizione per fermare la circolazione del virus. Rallentare la circolazione – e quindi la riproduzione – del virus è anche l’unico sistema per bloccare la nascita di varianti, che si producono naturalmente nel corso della riproduzione virale”.

Varianti circolanti sul territorio provinciale

Da marzo 2021 al 9 agosto, nella nostra provincia sono stati riscontarti 1618 ceppi virali varianti e tra questi 1341 sono i ceppi di variante indiana corrispondente al 83%, 143 sono i ceppi di variante inglese corrispondente al 8.8%, 102 i ceppi di variante brasiliana corrispondente al 6.3%, 4 i ceppi di variante colombiana corrispondente al 0.2%, 4 i ceppi di variante nigeriana corrispondenti al 0.2% e 24 i ceppi lineage B.1.1.420 corrispondente al 1.5%.

Dal mese di giugno non sono più stati riscontrati ceppi virali non variante. Dal 2 agosto ad oggi nessuna altra variante, oltre all’indiana delta (100%), è stata riscontrata.

Gi.Ga.

Redazione Pressa
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