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'Rischio alluvione: i nodi di decenni di mancati interventi vengono al pettine'

'Rischio alluvione: i nodi di decenni di mancati interventi vengono al pettine'

Massimo Neviani (Comitato SAC): 'La sentenza sulla rotta del Panaro non ci sorprende. Preoccupa che anche dopo le alluvioni non si sia agito su quel tratto. Alla Regione non rimane altro che dirci il modello di canotto da comprare'


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'La sentenza del Tribunale delle Acque non ci sorprende affatto. Conferma, nero su bianco, ciò che tecnici, cittadini e comitati denunciano da anni: il collasso dell’argine che il 6 dicembre 2020 provocò la devastante alluvione di Nonantola non fu un evento imprevedibile, ma la diretta conseguenza di gravi e prolungate carenze di manutenzione, in un tratto già segnalato come critico ben prima di quella data'.
È quanto dichiara Massimo Neviani del Comitato Salute Ambientale Campogalliano, dopo la sentenza del Tribunale delle Acque.'Già la commissione d’inchiesta regionale aveva individuato una miriade di criticità strutturali: sezione dell’argine inadeguata, sponde troppo ripide, enormi apparati radicali in putrefazione, materiali non idonei, perfino mattoni incorporati nella struttura, oltre a ipotizzare la presenza di tane di animali fossori. A fronte di un quadro così compromesso, l’unico intervento realizzato dopo il 2015 è stato proprio l’eliminazione degli animali fossori. Ma su un argine ridotto in quelle condizioni, ogni fattore poteva diventare la causa scatenante di un disastro. Quel tratto arginale, tra i più fragili dell’intero sistema, non è stato adeguato neppure dopo l’alluvione. Parliamo di alcuni chilometri che già in passato avevano dato segnali di cedimento e che i tecnici avevano indicato come prioritari per interventi strutturali.
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E invece nulla: nessuna manutenzione straordinaria, che ricordiamo essere competenza della Regione, ma solo interventi tampone che non eliminano la vulnerabilità di fondo'Neviani prosegue: 'Se la sentenza mette in luce responsabilità che era doveroso accertare, ciò che ci inquieta davvero sono le responsabilità per il futuro. Perché quel tratto, già giudicato estremamente fragile e protagonista della rotta del 2020, è di fatto ancora nelle stesse condizioni di allora. Nessun intervento strutturale vero è stato eseguito. Continuiamo a contare sulla buona sorte, mentre una nuova piena potrebbe riportare Nonantola e il territorio in condizioni drammaticamente simili a quelle di quattro anni fa. Ora basta rimpalli o scaricabarile sulle competenze: servono interventi strutturali. Il territorio non può permettersi un’altra tragedia annunciata'.
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Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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