Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
'La cronaca di questi giorni, ci racconta che l’inchiesta Aemilia sta dimostrando, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che la Bassa modenese è sempre più preda di affari illeciti delle grandi criminalità organizzate, camorra e ‘ndrangheta su tutte'. A intervenire è il sindacato di polizia Siulp, attraverso la segreteria provinciale di Modena.
'La Bassa modenese, un comprensorio di nove comuni con quasi 80.000 abitanti sparsi su un territorio di oltre 460 chilometri quadrati, è sede del più importante distretto biomedicale europeo, dove oltre 5000 addetti, per lo più nel mirandolese, producono l’eccellenza del materiale ospedaliero per settori come emodialisi, biopsia e drenaggio, cardiochirurgia e oncologia e tanto altro ancora.
In un territorio come questo, fondamentale per il PIL italiano, la DDA di Bologna scopre che camorra e ‘ndrangheta fanno affari insieme nel mondo dell’edilizia, infiltrandosi negli appalti per la ricostruzione post terremoto di Mirandola e pretendendo per ciò pagamenti di somme importanti - continua il Siulp -. Si fa presto a pensare che se una situazione del genere, ancora non completamente scoperchiata dall’inchiesta Aemilia, non viene adeguatamente seguita, monitorata e interrotta quanto prima, nel giro di alcuni anni l’espansione sarebbe tale da poter minare le fondamenta dell’economia locale. In questo scenario, gravi appaiono le responsabilità di vertici istituzionali e politici che, negli anni, hanno minimizzato l’allarme del sindacato di polizia riguardo il preoccupante calo di uomini e mezzi, con la contemporanea infiltrazione di criminalità organizzate sempre più evidente. Minimizzazioni che hanno portato nel tempo a consolidare l’idea del mirandolese quale isola felice e scevra da problematiche complesse, per il solo fatto che le criminalità organizzate in questi luoghi agiscono silenziosamente, senza clamori che possano far preoccupare i cittadini, molto più allarmati dai reati predatori che da questa realtà. È per tale motivo, che segnaliamo la gravissima situazione del Commissariato di Mirandola che, ridotto attualmente a 28 unità e presto a 26 a causa di pensionamenti, fatica tantissimo anche nel semplice ma fondamentale controllo del territorio: nessun nuovo agente da anni, nessuno dei futuri ispettori e silenzio assordante a destra e a manca'.
'Si aggiunga, a tale difficile situazione, che la polizia giudiziaria degli uffici di Mirandola, Carpi e Sassuolo è stata recentemente esautorata da varie scelte investigative e operative, a causa delle decisioni imposte dalla Questura di Modena, che appartengono a un retaggio e a una visione del lavoro oramai ampiamente sorpassate dai tempi - chiude il Siulp -. Ecco perché, ancora una volta, è il sindacato di polizia Siulp a calarsi nei panni di chi, per responsabilità istituzionali o politiche, dovrebbe stracciarsi le vesti a difesa di un territorio così operoso, produttivo ma quanto mai a rischio'.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>