Aveva fatto vivere un incubo lungo un anno ad un avvocato penalista di Modena, con studio in città. Dall'inizio del 2017 quando l'uomo, ora in carcere, titolare insieme ai due fratelli,di un'azienda agrituristica di Finale Emilia, si era rivolto al suo studio legale per risolvere una questione di eredità subentrata dopo la morte del padre.
L'avvocatessa penalista aveva da subito dirottato l'uomo alla consulenza di un collega civilista, ma il finalese non ne ha voluto sapere. Da semplici contatti per informazioni sulla pratica, le attenzioni e le richieste erano rimaste solo sulla donne e e si erano fatte via via più insistenti. Spostandosi, nei contenuti, ben al di la delle questioni professionali e dal merito della pratica. Decine, fino a centinaia, di messaggi, via sms, whatsapp. D'amore, di odio e di minaccia allo stesso tempo.
Con ingiurie alternate a dichiarazioni d'amore, frutto di un evidente squilibrio mentale, in un crescendo di minacce per la prima metà dello scorso anno, sfociate a maaggio anche in minacce di morte anonime via telefono allo studio dell'avvocato. Fino a che l'uomo un giorno si presenta direttamente. Alcuni colleghi della donne riescono ad allontanarlo ma l'uomo si ferma in strada a fissare lo studio. La donna cambia numero di telefono poi denuncia tutto ai Carabinieri. La Procura prende in carico il caso ed il tribunale emette nel giugno scorso il provvedimento di divieto di avvicinamento. Ma l'uomo non desiste. Non si reca più in studio ma continua con i messaggi d'amore e di minaccia di morte nei confronti della donna estesa anche ai famigliari. L'uomo augura la morte a tutti loro.
Entra evidentemente in possesso del nuovo numero della sua vittima che viene scritto anche sul muro di un bagno della stazione delle autocorriere insieme all'annuncio di prestazioni sessuali. L'avvocato se ne accorge perché inizia a ricevere telefonate da scoosciuti. Siamo già nel 2018, ad un anno dai primi contatti, quando l'uomo invia un video con le immagini di una camera mortuaria. La donna, sposata con figli, è esasperata e teme per lei e la sua famiglia. Si rivolge nuovamente ai Carabinieri che chiedono alla Procura l'inasprimento delle misure nei confronti del finalese. Richiesta che alla luce del grave quadro indiziario, viene accolta e tradotta nella misura cautelare. Che i Carabinieri della compagnia di Carpi e della stazione di Finale Emilia, hanno eseguito lunedì scorso nell'abitazione dell'uomo che ora deve rispondere di atti persecutori, violazione di domicilio e molestie aggravate.
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