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Il devastante rogo che la sera di domenica domenica 3 marzo trasformò in una enorme e densa nube di fumi tossici che per più di 48 ore intrise l’aria di Modena e dei comuni limitrofi, centinaia di tonnellate di rifiuti speciali stoccati nel deposito Hera di via Caruso, non ha carattere doloso.
E' questa la conclusione delle indagini aperte con il fascicolo contro ignoti basato sull’ipotesi di reato di incendio doloso, affidato al PM Katia Marino nelle ore successive al fatto. Indagini che, stando alle motivazioni della richiesta di archiviazione, non avrebbero portato ad alcun riscontro oggettivo, tale da dimostrare la matrice dolosa dell’incendio e l’azione illecita di qualcuno. Mancanza di riscontri che hanno portato alla richiesta di archiviazione del fascicolo, richiesta depositata in queste ore.
L’ipotesi del dolo all’origine del rogo decade quindi insieme a quella della ricerca dei responsabili di un possibile reato.
Rimane un mistero, ma questo esula dagli elementi inseriti nel fascicolo e nelle indagini sull'ipotesi di reato ipotizzata, la causa del rogo. Che nel corso del lavoro degli operai attivi nel deposito, si sviluppò nella tarda serata di domenica e che distrusse, insieme ai rifiuti solidi urbani speciali che vi erano stoccati, uno dei capannoni del deposito gestito da Hera ambiente. Il deposito che già nel 2014, prima che Hera ambiente ne acquisisse interamente la gestione era già stato attenzionato dalla DDA di Bologna che decise di aprire una indagini, in relazione alla gestione dei rifiuti stoccati nell’area. Area e deposito già al centro delle contestazioni dei dipendenti della cooperativa che in appalto forniva il personale addetto alla movimentazione ed al trattamento dei rifiuti.
Da quel deposito, per cause che riportate nell'ambito della possibile incidentalità rimangono ancora senza risposta ufficiale, il 3 marzo scorso, e per le successive 48 ore, si sollevò una nube di fumi tossici, con picchi accertati da Arpae di diossina, i cui potenziali effetti sulla salute, in mancanza di provvedimenti almeno precauzionali nel breve e nel lungo periodo (dal comune non arrivò alcune disposizione ufficiale nemmeno in linea di principio precauzionale come l'invito a tenere chiuse le finestre), non vennero mai nemmeno ipotizzati, lasciando su quella devastante notte altri interrogativi ancora senza risposta.
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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