'I dieci sindaci dei comuni della montagna modenese presentino istanza di riesame rispetto alla decisione della commissione ministeriale di rigettare la proposta di deroga all'apertura del punto nascite di Pavullo. Le possibilità e le ragioni ci sono, sia sotto il profilo tecnico che politico. Tecnico perché è dimostrabile che gli elementi forniti alla Commissione Ministeriale, che ha deciso sulla richiesta di deroga all'apertura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti, in parte sono errati e in parte sono carenti di informazioni essenziali. E, sul piano politico, per dare ascolto e accoglimento alla voce ed alle istanze di migliaia di cittadini, tra i quali tanti giovani, che con la loro marcia hanno lanciato un appello chiaro alle istituzioni per riaprire il punto nascite e per riconsiderare, anche alle luce delle ultime emergenze, l'ospedale di Pavullo centrale per la gestione dell'emergenza urgenza in tutta la montagna'.
E' quanto dichiarato da
Maria Cristina Bettini, referente del comitato Salviamo l'ospedale di Pavullo che ieri ha presentato formale (e già protocollata) richiesta ai dieci sindaci di Pavullo, Pievepelago, Lama Mocogno, Riolunato, Sestola, Fanano, Serramazzoni, Fiumalbo, Montecreto e Polinago. L'invito ai primi cittadini è di fare fronte comune e dimostrare, con un atto concreto (la richiesta di riesame), la volontà politica ed isituzionale di volere il punto nascite insieme ad un vero potenziamento dell'ospedale di Pavullo, in una logica territoriale, al servizio dell'intera montagna. Chiedendo, alla commissione ministeriale, attraverso le istituzioni locali, di rivedere la decisione presa, sia alla luce di una più completa fornitura di dati territoriali e degli elementi necessari per la scelta, e dei fatti emblematici di cronaca registrati nelle settimane immediatamente successive alla chiusura del punto nascite.
A supporto della richiesta il Comitato ha infatti analizzato i dati che la commissione regionale ha istruito e fornito alla commissione ministeriale che doveva decidere sulla deroga, dimostrando l'esistenza di molte incongruenze con la realtà. A partire da quella sulle distanze chilometriche dalle località montane al punto di riferimento più vicino (per protocollo ed organizzazione l'ospedale di Sassuolo), e tutte fissate al ribasso di 5 - 10 chilometri. Ribasso sulla carta che si riflette subito anche sui tempi di percorrenza che nel documento della commissione ministeriale risulterebbero, in media - stando a quanto emerge dai rilievi del comitato, di 10 minuti inferiori rispetto alla realtà misurata dal comitato. Che quando sono i 5 minuti a fare la differenza sono importanti.
Ma non solo. Il documento del comitato a supporto della fattibilità e dell'opportunità della richiesta di riesame mostra come nella valutazione dell'elemento oleografico non si sia tenuto conto delle frazioni altamente popolate da 500-600 residenti come Sant'Anna Pelago e Fellicarolo. Senza considerare che l'alto Frignano non ha la copertura ottimale di linee telefoniche mobili, l'elicottero non può alzarsi con il maltempo e non possono essere trasportate donne in travaglio'. Poi ci sta il turismo che soprattutto in estate ricade anche sulla rete sanitaria dell'emergenza urgenza.
Una rete che per il comitato deve continuare ad avere al centro Pavullo, dotato nuovamente di proprie figure mediche come la guardia pediatrica h24 neonatologo, la guardia ginecologica h24 e - dice sempre il comitato - rivedendo il modello organizzativo inerente gli esami di laboratorio urgenti.