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Marchio 'Tradizioni e sapori di Modena': la garanzia dietro al gusto, disciplinari e controlli

Marchio 'Tradizioni e sapori di Modena': la garanzia dietro al gusto, disciplinari e controlli

L'idea di fondo è semplice: dare al consumatore la certezza che dietro a un prodotto ci siano regole scritte, disciplinari precisi e verifiche indipendenti


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In Italia i marchi di tutela alimentare sono numerosi: oltre 300 tra DOP e IGP, cui si affiancano marchi collettivi locali che cercano di difendere prodotti radicati in un territorio ma non coperti da riconoscimenti comunitari. In questo contesto, si inserisce 'Tradizione e Sapori di Modena', marchio nato nel 2003 su iniziativa della Camera di commercio di Modena con l'obiettivo di proteggere e promuovere alcune specialità della provincia.
L'idea di fondo è semplice: dare al consumatore la certezza che dietro a un prodotto ci siano regole scritte, disciplinari precisi e verifiche indipendenti. Il disciplinare rappresenta la carta d'identità di ciascun prodotto. Non si limita a indicare il nome o la provenienza, ma entra nel dettaglio: ingredienti ammessi, metodi di lavorazione, caratteristiche fisiche e persino le modalità di confezionamento e le diciture da riportare in etichetta. L'intento è evitare che la parola 'tradizionale' diventi un'etichetta abusata, svuotata di contenuto, e garantire una coerenza tra quello che il consumatore immagina e quello che effettivamente acquista.
Naturalmente questo rigore comporta delle difficoltà: per un piccolo laboratorio può risultare complicato adeguarsi a procedure minuziose, documentare ogni passaggio e sostenere eventuali adeguamenti tecnici. È un prezzo da pagare per poter fare parte di un sistema che premia la qualità e la riconoscibilità.
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Affinché le regole abbiano valore, è necessario che qualcuno le faccia rispettare. Per questo la verifica della conformità non spetta ai produttori né alla Camera di Commercio, ma a organismi terzi e indipendenti, accreditati a livello nazionale secondo standard internazionali. Le verifiche possono includere controlli documentali, audit in azienda e, in caso di necessità, analisi sui prodotti.
È un approccio che garantisce imparzialità, ma che richiede tempo, competenze e costi che non tutti sono disposti o in grado di sostenere. Non sorprende quindi che, sebbene il marchio rappresenti un paniere importante, il numero delle imprese aderenti non coincida con l'intero tessuto produttivo modenese.
La trasparenza è uno dei pilastri di questo model-lo. I disciplinari sono pubblici e disponibili online, così come l'elenco aggiornato delle aziende che hanno ottenuto il marchio. Anche le etichette non lasciano spazio a dubbi: devono riportare logo, nome e sede del produttore. Questo sistema rende possibile al consumatore verificare la provenienza e la conformità di ciò che acquista, anche se resta da chiedersi quanti lettori si soffermino davvero a distinguere le differenze tra un marchio collettivo locale e le denominazioni di origine comunitarie, più note e riconoscibili anche fuori dai confini provinciali.
Nonostante queste
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criticità, disciplinari e controlli contribuiscono a costruire fiducia e ad oggi parliamo di 27 prodotti certificati e oltre 300 imprese aderenti, un risultato significativo se si pensa che vent'anni fa il progetto era poco più che un'idea. La crescita testimonia che, pur tra burocrazia e difficoltà, molte aziende trovano conveniente distinguersi attraverso un marchio che dà credibilità al loro lavoro. Parallelamente, il mercato alimentare italiano nel 2023 ha registrato un aumento del 13% nei consumi di prodotti DOP e IGP secondo un recente rapporto Ismea–Qualivita, segno che i consumatori cercano garanzie e non si accontentano di etichette generiche.
Negli anni, il marchio 'Tradizione e Sapori di Modena' ha saputo dare voce a un patrimonio gastronomico che rischiava di restare confinato nelle botteghe o nei mercati locali, trasformando-lo invece in un sistema riconosciuto capace di riunire produttori diversi sotto un'unica visione di qualità e trasparenza. Non si tratta di un semplice bollino, ma del risultato di un lavoro collettivo che coinvolge istituzioni, artigiani, imprese e consumatori, tutti uniti dall'idea che la qualità non sia una dichiarazione d'intenti, ma un metodo di lavo-ro fatto di regole condivise e rispetto per le origini.
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La vera sfida, oggi, consiste nel riuscire a consoli-dare questa fiducia, rafforzando la consapevolezza del pubblico e al tempo stesso semplificando il percorso di adesione per le aziende, così da favorire una partecipazione sempre più ampia. È un equilibrio complesso, che richiede attenzione e competenza, ma anche la capacità di comunicare in modo chiaro il valore aggiunto che il marchio rappresenta. In questo senso, la tutela non si esaurisce nella conservazione delle tradizioni, ma diventa uno strumento di sostenibilità e innovazione, capace di valorizzare chi produce con serietà e chi acquista con fiducia, in un circolo virtuoso che restituisce significato al concetto stesso di 'tipico'. In un mercato globale dove i loghi e le certificazioni si moltiplicano e rischiano di confondere, marchi come 'Tradizione e Sapori di Modena' possono offrire una bussola affidabile, capace di coniugare identità territoriale, trasparenza e responsabilità economica.
Per conoscere nel dettaglio i prodotti certificati e le imprese aderenti al marchio, o per entrare a fare parte del marchio è possibile consultare il sito ufficiale: www.tradizionesaporimodena.it
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