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Rifondazione: 'Incentivi ai medici che prescrivono meno visite? Aberrazione'

Rifondazione: 'Incentivi ai medici che prescrivono meno visite? Aberrazione'

Rifondazione Comunista Modena condanna duramente la scelta dell’Ausl di Modena di introdurre incentivi economici per medici di base che prescrivono meno visite


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'La consideriamo una misura aberrante, che contraddice l’etica professionale e il principio costituzionale del diritto universale alla cura'. Così la segreteria Rifondazione Comunista Federazione di Modena condanna duramente la scelta dell’Ausl di Modena (nella foto il direttore Altini) di introdurre incentivi economici per i medici di base che prescrivono meno visite ed esami.


'Premiare chi limita le prescrizioni significa partire dal presupposto - offensivo per gli stessi medici - che le prescrizioni siano spesso inutili o motivate solo dal desiderio di accontentare pazienti “insistenti”. In realtà, la gran parte degli esami serve a fare prevenzione, a monitorare l’efficacia delle terapie e a intervenire tempestivamente con diagnosi precoci che possono salvare vite. Questo provvedimento va nella direzione opposta: disincentiva i controlli, favorisce la rinuncia alle cure e spinge sempre più persone verso il privato, alimentando disuguaglianze tra chi può permettersi di pagare e chi no. Ancora una volta si sposta l’obiettivo del sistema sanitario dalla tutela della salute al contenimento dei costi, alimentando una guerra tra poveri invece di garantire il libero e universale accesso alle cure - continua Rifondazione -. È lo stesso spirito che anima le recenti parole del presidente de Pascale sulla cosiddetta “mobilità sanitaria”: una visione egoistica e competitiva che tradisce la natura solidale e pubblica della sanità.
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Se davvero si volessero ridurre le liste d’attesa, si dovrebbe intervenire abolendo l’intramoenia, assumendo nuovi medici specialisti e potenziando i servizi territoriali. Invece, si scaricano le inefficienze del sistema su chi cura e su chi ha bisogno di cure. È tempo di dire basta a un modello sanitario che sempre più tratta i pazienti come bancomat da spremere e i medici come contabili. La salute non è un costo da contenere: è un diritto da garantire'.

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