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Nella serata di ieri al circolo Gli Artigiani della vita di Modena è andata in scena la prima presentazione assoluta al pubblico de “Il vaso di Pandora”, il primo libro del giovane scrittore modenese Gianluca Gasparini che ha illustrato brevemente come ha avuto origine il suo primo romanzo. «Questo mio piccolo progetto è nato quasi per caso sul finire dell'estate dello scorso anno e rappresenta un rendez-vous con la mia vita, in particolare con l'ultimo anno che si estende dal Natale 2017 a quello appena trascorso».
«Dietro la mia opera si cela la volontà di far affiorare qualcosa di doloroso, segreto e oscuro che caratterizza profondamente l'intimità di ognuno di noi».
L'autore esordiente ha scelto un titolo molto ambizioso, con una connotazione allegorica, la cui spiegazione fa luce definitivamente su quanto dichiarato in precedenza: «Più che allegorico lo definirei metaforico – chiosa lo scrittore modenese – il titolo 'Il vaso di Pandora' è stato scelto con l'intento di cercare un collegamento con il mito classico e, parallelamente, con l'uso attuale della stessa espressione, ormai divenuta di dominio comune. Quest'ultima corrisponde al fatto di 'scoperchiare' sentimenti, paure, domande che teoricamente sarebbero dovuti rimanere segreti; ricordi di giornate dolorosi, spiacevoli e talvolta oscuri, portatori di emozioni molto forti che caratterizzano l'inconscio di ciascuno di noi e che rimandano nel mito greco alla liberazione di tutti i mali che affliggono l’umanità per mano di Pandora, la quale aprì il vaso che le era stato donato da Zeus».
«Il libro ha come destinatari principali innanzitutto i giovani e poi la generazione dei loro genitori – spiega l’autore – Per quanto concerne gli obiettivi, centrale è quello di dare una nuova immagine dei ragazzi di oggi, per abbattere quegli stereotipi che classificano questi come persone esclusivamente votate all'edonismo, alle droghe, all'alcol e alla mollezza morale. Al contrario io intendo scardinare questi pregiudizi attraverso la vita di Leonardo, esempio di come proprio i giovani possano essere persone dotate di valori, pro-pense a realizzare riflessioni introspettive sulla propria vita e sugli aspetti che la compongono». La forma del diario non è casuale, ma funzionale a mettere in risalto l'intimità dell'esperienza del protagonista, un ragazzo in cui molti suoi coetanei possono identificarsi a dimostrazione di come l’autore abbia intenzionalmente voluto dare vita a «una storia paradigmatica utile a fornire una chiave di lettura, senza la pretesa di essere l'unica, nell'affrontare le problematiche quotidiane dei giovani di oggi».
Il secondo incontro con il pubblico per presentare il libro con l'autore avverrà il 4 luglio sempre a Modena presso il Consorzio Creativo.
Redazione Pressa
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