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Ennesima indignazione sindacale, della Cgil in testa, sulle condizioni in cui operano gli operai-facchini della Castelfrigo e del suo sistema di appalti, nel distretto della lavorazioni delle carni modenese. L'accordo sulla legalita' raggiunto l'anno scorso in Prefettura, sulla corretta applicazione del contratto nazionale dell'industria alimentare, di fatto non tiene e si continua a chiamare in causa Confindustria, che pero' resta in silenzio. Dopo il corteo di ieri per le vie del centro di Castelnuovo Rangone e l'incontro in Comune, contro i 75 licenziamenti di addetti delle coop spurie in appalto, questa mattina si e' tenuto un presidio dei lavoratori promosso dai sindacati Flai-Cgil e Filt-Cgil (la categoria dei trasporti, a conferma del caos contrattuale che ancora tiene banco) davanti all'ispettorato del lavoro di Modena, con la partecipazione di una delegazione di lavoratori in sciopero (per il rinnovo del contratto nazionale del settore logistica e trasporti).
La Cgil fa sapere che l'ispettorato ha garantito che 'tutte le richieste di intervento saranno prese in considerazione, secondo quanto previsto dalle normative', ma anche che le sanzioni emesse nei mesi scorsi contro le violazioni accertate della Castelfrigo e delle sue coop spurie in appalto non saranno archiviate, nonostante i ricorsi presentati. Intanto, la vicenda torna ad assumere contorni nazionali. Ivana Galli, segretaria generale Flai-Cgil, tuona: 'Alla Castelfrigo si seguitano a calpestare i diritti dei lavoratori e a dare spazio a chi agisce nell'illegalita' alimentando forme di sfruttamento e caporalato, in un settore, quello delle carni, che ha buone performance e risente meno di altri della crisi'.
Purtroppo, osserva Galli, quello della 'Castelfrigo non e' un caso isolato ma la punta di un iceberg di cio' che avviene nella filiera della trasformazione delle carni'.
E anche per Umberto Franciosi, segretario generale Flai-Cgil Emilia-Romagna, 'il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni, in particolare di chi governa politicamente questi territori, sta diventando assordante, cosi' come quello di Confindustria. Non si puoò essere solo preoccupati della competitività del sistema, rendendo la legalita' una variabile dipendente. In quel sito produttivo non alberga la legalita': basta alzare la cornetta e comporre i numeri della Dtl o la Gdf di Modena, o venire ad ascoltare questi lavoratori'. Interviene oggi a Modena sul distretto delle carni anche Articolo 1-Mdp, per iniziativa del suo capogruppo in Comune Paolo Trande. 'Sotto le cooperative spurie- evidenzia Trande a margine di una conferenza stampa- si nascondono forme brutali di sfruttamento: la questione dura da anni, sarebbe ora di affrontarla in maniera decisa e radicale. Non e' piu' possibile che nel distretto accadano cose del genere, bisogna che il Governo e tutte le autorita' locali si muovano per trovare rimedio ad una situazione gia' insostenibile, che rischia di diventare drammatica'. Sui parlamentari di Sinistra italiana che dopo il corteo di ieri hanno detto che il Pd alla fine sta sempre 'coi padroni', l'ex capogruppo dem in Comune attacca Matteo Richetti: 'Non so se il Pd stia coi padroni, so che le sue ultime dichiarazioni sulla vicenda risalgono a due anni fa e non erano neanche brillantissime... Ma su tutti i temi del lavoro il Pd non c'e' o ha posizioni in linea con Marchionne e la Confinfustria, con chi ritiene che i diritti sul lavoro siano da sacrificare- conclude Trande- nel nome della competitività'.