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Accelera il calo delle imprese attive in Emilia-Romagna al termine del terzo trimestre. A fine settembre erano 401.637 quindi 2.875 in meno (-0,7%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La perdita, segnala Unioncamere, e' quasi raddoppiata rispetto a quella riferita allo stesso trimestre dello scorso anno (-1.580 unita', -0,4%). La base imprenditoriale regionale si e' ridotta in tutti macrosettori, piu' rapidamente in agricoltura, in misura piu' contenuta nell'industria e nelle costruzioni, solo lievemente nell'aggregato dei servizi.
Il commercio all'ingrosso e al dettaglio e la riparazione di autoveicoli-motocicli contribuisce al calo generale con una flessione che segna -1.689 aziende, pari al -1,9%. La base imprenditoriale dell'agricoltura, silvicoltura e pesca si riduce di 1.184 unita' (-2,2%). Nell'industria lasciano 589 imprese, con un'accelerazione della tendenza negativa che giunge a -1,3%.
Le imprese delle costruzioni perdono 555 unita' (-0,8%) e la tendenza negativa pare nuovamente ridursi, ma un ulteriore segno 'rosso' arriva comunque dall'abbandono di 304 imprese del settore del trasporto e magazzinaggio (-2,2%).
Segnali positivi vengono solo dagli altri settori dei servizi, ossia immobiliare (229 unita', +0,9%), attivita' professionali, scientifiche e tecniche (+242 unita', +1,5%), aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+228 unita', +1,9%). Spicca la rapidita' della crescita delle attive dell'istruzione (+3,6%) e della sanita' e assistenza sociale (+3,2 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata. Sulla riduzione imprenditoriale incidono meno le ditte individuali (-3.267 unita', -1,4%) delle societa' di persone (-2.147 unita', -2,8%).
Redazione Pressa
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