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Redditi Modena, crescono le diseguaglianze: aumentano i fragili

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'La guerra in Ucraina, le speculazioni internazionali e nazionali, ci mettono di fronte ad un crollo dei redditi reali che avrà dimensioni clamorose'


Redditi Modena, crescono le diseguaglianze: aumentano i fragili
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A Modena crescono le differenze, si allarga la forbice dei redditi, e quelli deboli lo sono ancora di più.
E' quello che emerge dalla indagine sul reddito dei lavoratori e lavoratrici modenesi, basata sui dati del Caaf Cgil Modena.
Allo stesso tempo i redditi del 2021, elaborati da CSC alla data del 21 agosto 2022, registrano un incremento non scontato, frutto dell’importante ripresa di quell’anno dopo la fase più acuta della pandemia. E’ certamente una buona notizia, peraltro l’unica; i nostri dati registrano un incremento generale dei redditi del 3,2%, che deflazionato si attesta ad un più modesto 1,2%. Dati comunque positivi, che sono accentuati nei settori dove sono stati rinnovati i contratti collettivi nazionali ed aziendali, e nelle imprese a bassa intensità di lavoro nero ed irregolare.
Ma la notizia negativa è che questo recupero riguarda in grandissima prevalenza una precisa fascia di lavoratori: uomini, qualificati e over 45.

Al contrario resta fermo, od arretra in termini di potere d’acquisto, il reddito dei giovani, delle donne, dei precari, di chi opera nei settori della logistica, del turismo, del commercio, della sanità privata; senza dimenticare abbigliamento ed edilizia. Tutti settori caratterizzati, in particolarenelle piccole imprese, da una maggiore incidenza dei fenomeni di irregolarità nei rapporti di lavoro.

'La forbice si allarga ancora, le distanze si accentuano e diventa semplice collegare questa condizione alla crisi demografica, alle culle vuote. In provincia di Modena sono calati quasi di un terzo i nati tra il 2008 ed il 2020 - affermano Elisabetta Valenti, presidente CSC Caaf Modena, e Marzio Govoni, presidente Federconsumatori provincia di Modena APS - Il recupero di reddito di una porzione del modo del lavoro non deve far suonare le campane a nessuno; l’arretramento del reddito medio supera, tra il 2016 ed il 2021, in termini reali, i 900 euro, vale a dire -4,6%.

Questo in attesa del terribile 2022, con l’inflazione che ha eroso in modo vistosissimo i redditi di tutti i lavoratori e pensionati. Pensionati che non sono di certo, sul fronte del reddito, esenti da problemi. Arretra sempre più vistosamente il reddito dei pensionati più giovani, arrivando alla quiescenza i lavoratori, ed in particolare le lavoratrici, con condizioni più svantaggiose rispetto al passato. Cali a volte impressionanti, e brutte notizie anche per i figli, visto che in molti casi i genitori sono il loro paracadute reddituale. Non c’è quindi nessuna guerra tra giovani e anziani, tra precari e occupati. A Modena e nel nostro paese siamo dentro ad un problema generale, ben evidenziato dall’essere l’Italia il fanalino di coda nelle classifiche europee dell’evoluzione salariale'.

'A Modena, per il nostro osservatorio sui redditi, la “fascia debole” è ormai maggioritaria, mentre la “fascia intermedia” si assottiglia sempre di più. Peggiora o rimane negativa la condizione reddituale nei settori a forte presenza di lavoro irregolare, segnale di una crescita di lavoro nero e grigio, di falsi part-time, di false collaborazioni. Sembra inarrestabile, nelle nuove assunzioni, la crescita del tempo determinato, a discapito di quello a tempo indeterminato, diventato marginale. I lavoratori e le lavoratrici nate all’estero registrano, in provincia di Modena, un reddito inferiore del 25% rispetto ai nati in Italia. Un dato influenzato dalla massiccia presenza di stranieri nei settori poveri: il turismo, i servizi, la logistica. C’è una questione femminile di dimensioni enormi. Il reddito delle donne lavoratrici è inferiore del 26,5% rispetto a quello degli uomini; quello delle pensionate del 23,3% rispetto agli uomini pensionati. Nei redditi da lavoro sopra i 60.000 euro le certificazioni relative a dichiarazioni di donne rappresentano meno del 20% del totale. La stabilità lavorativa e la sicurezza economica, per i giovani, arriva ormai in una età nella quale i loro genitori avevano già versato 15/20 anni di contributi, mentre i loro nonni erano, appunto, potenzialmente già nonni. La precarizzazione estrema del mercato del lavoro italiano conta tra gli effetti perversi la denatalità,l’invecchiamento della popolazione, la difficile sostenibilità del Welfare State, la fragilità crescente dei legami sociali. La guerra in Ucraina, le speculazioni internazionali e nazionali, il laissez faire sul fronte dei prezzi, ci mettono di fronte ad un crollo dei redditi reali che avrà dimensioni clamorose. Un crollo che non solo sposterà ulteriormente la soglia di povertà, ma che avrà effetti pesanti anche sul ceto medio. Con l’inflazione 2022 che si avvia alla doppia cifra le narrazioni ottimistiche, prevalenti ad inizio anno, fanno oggi l’effetto di un gesso sulla lavagna. Mentre i cittadini si avviano alle urne il dibattito politico attorno ai redditi sembra limitato al tema delle decontribuzioni, delle erogazioni una tantum,e quello sulla denatalità ad interventi marginali, peraltro già proposti e mai attuati. Misure non sufficienti, in assenza di interventi che riducano in modo vistoso il livello di precarietà nell’accesso al mondo del lavoro e che pongano al centro il tema della distribuzione della ricchezza. Una precarietà che chiama bassi redditi, bassi diritti, alta incertezza nel futuro, e che si intreccia con spaventosi dati demografici. Un tema pressoché assente nel dibattito elettorale, forse perché renderebbe necessaria, da parte di tutte le forze politiche, una autocritica sul proprio operato - chiude Federconsumatori -. In conclusione, in una campagna elettorale dove le urne potrebbero essere ingombre, più che di schede, di bollette e buste paga, è indispensabile che emergano con chiarezza i programmi e le azioni concrete che le forze politiche vogliono attuare. E’ indispensabile sapere se chi si candida a guidare il paese vuole o non vuole ridurre in concreto la precarietà nel lavoro, che colpisce soprattutto giovani e donne. Se vuole o non vuole ridurre le diseguaglianze nella società; cosa vuol fare, sempre in concreto, per ridurre la differenza nel salario e nelle pensioni tra uomini e donne. Un serio dibattito su questi temi sarebbe utile per trasformare una campagna elettorale sempre più distante in un importante e partecipato momento democratico'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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